Prefazione
Prefazione
Negli ultimi secoli, l'umanità aveva compiuto passi da gigante con la tecnologia; l'evoluzione maggiore era avvenuta grazie alla scoperta di nuove forme di vita su altri pianeti e all’interazione avvenuta con essi.
L’essere venuti a conoscenza di non essere più l’unica specie di vita nell’universo aveva reso l’umanità compatta e unita. Purtroppo, però, la leadership mondiale al comando aveva deciso che era meglio essere i primi ad attaccare, piuttosto che essere presi di sorpresa come era avvenuto a quelle popolazioni annientate dagli abitanti di Urano.
Nel tempo gli esseri umani si erano guadagnati la fama di essere un popolo bellicoso, senza scrupoli e senza alcuna pietà. I terribili esperimenti che avevano compiuto sulle altre specie erano una macchia indelebile. L’orrore degli scienziati non aveva avuto limiti: non solo avevano sperimentato su vari alieni, ma avevano preso come cavie anche gli stessi esseri umani. Il loro sogno malato era stato quello di voler creare una razza ibrida più forte che mai.
Nei libri di storia venivano ricordate le guerre e gli spargimenti di sangue che si erano susseguiti per anni, prima che fosse firmato il Trattato di Pace, in cui veniva dichiarata la Terra come luogo neutrale e inattaccabile.
Eppure, nessuno aveva previsto che fossero in realtà gli umani stessi a mettere piede su un nuovo pianeta e che forse non erano la razza così mite e debole come tutti finora avevano creduto. Emily lo sa bene cosa vuol dire perdere se stessa in azioni che possono uccidere la propria anima e sentire il senso di colpa strisciare dentro fino a divorarti completamente. Era giunta alla conclusione che forse, questa volta avrebbe potuto almeno in parte riscattare se stessa, tenendo gli altri al sicuro e assicurandosi di salvare un’intera razza.
Lo doveva a tutte quelle vite che lei stessa aveva preso e di cui sentiva il loro giudizio gravare come una lama pronta a recidere l’ultimo filo della sua esistenza.