Artemisia
Non può essere il mio compagno. Il suo odore avrebbe sovrastato facilmente quello di tutti gli altri e mi avrebbe segnalato la sua vicinanza.
Mi mordicchio l'unghia del pollice, mentre i miei pensieri continuano a correre per il fatto che tutto questo non ha alcun senso.
Inoltre, sarebbe fastidioso avere un Blackwood come compagno.
Allora, perché sono delusa?
Unendomi all'applauso che mi trascina fuori dai miei pensieri, mi illumino quando mio fratello e la sua compagna salgono sul palco. Sembrano così eccitati e ansiosi allo stesso tempo per quello che sta per accadere che mi fanno venire le farfalle allo stomaco. La cosa più bella di tutte è che sembra che siano soprattutto felici di potersi finalmente rivedere. Anche se in questi momenti il ricordo del mio rifiuto fa più male del solito, sono felice che il sentimento di felicità che provo per la mia famiglia lo sovrasti.
Automaticamente, i miei occhi vagano sulla folla per trovare l'Alfa Blackwood che mi sta già guardando. Riporto gli occhi sul palco e comincio a sentirmi male.
È così imbarazzante.
Dato che si trova piuttosto vicino, credo che il mistero del profumo appetitoso che sto sentendo sia risolto.
Dea, perché io?
L'incoronazione passa in modo piuttosto lento perché non riesco a concentrarmi sulla cerimonia. Saltello sui tacchi mentre la mia pelle non smette di formicolare perché continuo a sbirciare di nascosto Blackwood, trovandolo già con il suo sguardo posato su di me.
Oddio, forse sente che la mia lupa non c’è.
Quando l'Anziano del nostro branco termina il rito e mio fratello va a prendere la mano della sua Luna, si leva un sussulto collettivo. Mi stringo a Zaccaria e lui mi mette un braccio intorno alla vita per stabilizzarmi in piedi, anche se, come me, deve avvertire la scomoda sensazione del legame con i nostri genitori come capi che ci viene spezzato prima che i legami con il nostro nuovo Alfa e con la nostra nuova Luna scattino.
Mentre un altro applauso sconvolge l'aria, cerco di spingermi tra la folla seguendo i miei fratelli per raggiungere Giorgio e Diana e congratularmi con loro. Ma la gente è troppo agguerrita nel cercare di arrivare a loro per prima, tanto che vengo separate dai miei fratelli e, visto che mi sembra di non riuscire a muovermi oltre, scelgo di mettermi in disparte, aspettando che tutti si calmino dopo aver avuto la possibilità di vedere la bellissima coppia.
Faccio un respiro profondo e sorrido al cameriere che mi porta un bicchiere di champagne prima che le mie narici vengano assalite da una puzza che speravo di non sentire più.
E proprio quando sono senza i miei fratelli.
Che praticità.
“Ehi, bellissima”.
Bevendo un sorso dal mio bicchiere di champagne, faccio finta di niente sperando che capisca l'antifona.
Anche se non succede mai.
“Alfa Riccardo, buonasera”.
“Su dai, Missy”, ridacchia, cercando di avvicinarsi a me. “Non c'è bisogno di essere così formale dopo tutto quello che abbiamo passato”.
Guardo la folla con la lingua premuta sui denti, cercando di individuare i miei fratelli, ma trovo solo una certa persona che mi fissa.
“Se vuoi parlare di quello che abbiamo passato, per te è la dottoressa Guerrieri”.
Stacco gli occhi da Alfa Blackwood per guardare Riccardo, che mi sorride come un cretino. E me ne pento immediatamente.
“Vieni dentro con me. Parliamone”.
Mi scappa una risatina beffarda e cerco subito di abbassare la voce. “Non vorrai davvero provarci con me mentre tua moglie è a casa, incinta del tuo terzo figlio, Rick!”.
“Pensi sempre troppo. Missy, andiamo”. Quando mi afferra il polso, glielo strappo dalla presa forse un po' troppo aggressivamente.
“Non osare toccarmi!”
“Perché ti comporti così...”. Riccardo sta per aprire la bocca nel modo sbagliato quando viene interrotto da un baritono profondo.
“Missy, va tutto bene?”
Devo trattenermi dal rabbrividire fisicamente mentre mi giro a guardare il perturbatore con gli occhi spalancati.
Come mi ha appena chiamato?
Sbattendo ripetutamente le palpebre, mentre mi sto ancora riprendendo dalla sua voce che mi attraversa come il miele, faccio un sorriso e scuoto la testa.
“Sì. Va tutto bene”.
Alfa Blackwood stringe la mascella e il suo sguardo si sposta su Riccardo. “Dov'è tua moglie, Alfa?”
Quasi mi strozzo con la saliva quando il volto di Riccardo impallidisce e lui inizia a balbettare come un idiota. Il modo in cui pronuncia il suo titolo in modo beffardo mi fa provare una gioia maligna.
“Non si sentiva bene, quindi è rimasta a casa”.
Alfa Blackwood schiocca la lingua, totalmente disinteressato alle parole di Riccardo, e si china leggermente per parlarmi.
“Non volevi congratularti con tuo fratello? Credo che ora potremmo raggiungerlo”.
Un brivido mi corre lungo la schiena quando i suoi occhi catturano completamente il mio sguardo, facendomi perdere per un attimo il senso dello spazio e del tempo. Nel momento in cui lo vedo sollevare un sopracciglio, finalmente il mio cervello ricomincia a funzionare.
Mi alzo sulla punta dei piedi leggermente per guardare la folla e non vedo come potremo farcela, visto che mio fratello è ancora chiuso a riccio dai suoi ammiratori, ma scelgo comunque di accettare la sua offerta di salvataggio.
“Oh, fantastico, andiamo. Ciao, Rick”.
Annuisce a Riccardo con il suo caratteristico cipiglio, prima di dire, “Ci vediamo, Richard”.
Soffoco una risata mentre attraverso il prato per trovare uno spazio aperto dove poter passare, ma non c'è verso.
Alfa Blackwood mi segue con calma e sembra osservarmi senza volermi aiutare.
“Non si chiama Richard”.
“Davvero? Non presto molta attenzione ai nomi”.
“Ma mi ha chiamato Missy”.
Fa spallucce con nonchalance. “Lo stava praticamente urlando per tutto il campo. Non mi piaceva come ti faceva sentire a disagio”.
Lascio cadere le spalle e mi volto a guardarlo con un sorriso. “Grazie!”
Vedere l'angolo delle sue labbra contrarsi, mi fa scoppiare le farfalle nello stomaco, anche se non ottengo il sorriso in pieno.
Sono proprio un'idiota.
“Sembra che non riusciremo ad avvicinarci a mio fratello”. Sospiro tristemente e stringo le labbra.
“Sì”, dichiara accigliato, fissando la folla, e in realtà mi sorprende che sia ancora qui.
“Beh, non si può fare altrimenti”, dico, voltandomi per affrontarlo. “Le hanno già fatto fare un tour del territorio?”
Il cuore mi batte in gola mentre attendo che mi schiacci l'invito come si conviene a una pezzente che lui deve pensare che io sia.
“No, ma mi piacerebbe molto, grazie”.
“Oh”, rispondo, preso alla sprovvista. “Bene, allora mi segua”.
Cercando di fare un sorriso non imbarazzante, inizio a camminare attraverso un varco tra i cespugli di rose.
“Faccia attenzione. Hanno delle brutte spine”. Mi rendo conto di quanto debba sembrare stupido dirlo all'Alfa più forte nel raggio di chilometri, ancor prima di sentirlo ridacchiare.
Almeno non lo prende come un insulto.
Torniamo alla casa del branco più o meno in silenzio. Il silenzio è interrotto solo dai miei commenti sul giardino o sulla casa. Quando arriviamo nel cortile di casa mia, faccio un gesto lungo i sentieri che si dividono davanti a noi.
“Da questa parte si raggiunge il retro della casa”. Alzo lo sguardo verso di lui, aspettandomi che il suo sguardo sia diretto alla casa, solo per scoprire che sta guardando me.
E da gran tentatrice quale sono, arrossisco terribilmente mentre balbetto. “Ehm... c'è un giardino con alti cespugli progettato come... beh... come... intorno a una serie di fontane...”.
Ricordo che mio fratello mi raccontò di aver visto Alfa Blackwood punire un guerriero per aver balbettato davanti a lui quando aveva visitato il territorio del Branco Zanna di Sangue. Quindi, sono rimasto un po' impietrita nel vedere un leggero sorriso sulle sue labbra.
“E laggiù ci sarebbe il lago”.
Mi schiarisco la gola, cercando di scrollarmi di dosso la sensazione dei suoi occhi che mi brucia sulla pelle. “Ci sono alcune panchine e fiori e un parco giochi per i bambini”.
Oh, Dea. Fammi stare zitta!
“È molto bello lì”.
Stringo le labbra ed evito il suo sguardo per guardare il sentiero che porta al lago.
È così imbarazzante.
“Mostratemelo allora”.
“Eh?” I miei occhi si posano su di lui e lui fa un piccolo gesto con la testa.
“Mostramelo", ripete, il suo baritono profondo facendomi battere il cuore.
Dea, sono stata fidanzata. Quando sono tornata a comportarmi come un'adolescente innamorata per un sorriso carino?
“Certo. Da questa parte, se non vi dispiace, Alfa Blackwood”.
Mentre cammino davanti a lui sul sentiero sterrato, mi concentro per non inciampare nel mio vestito con i tacchi alti, mentre sento la sua presenza opprimente che mi segue da vicino. Raggiunto il lago, lascio andare la gonna e mi giro verso di lui. “Tadaaan”, dico con un po' troppo entusiasmo.
“Ti piace davvero molto questo posto”.
Annuisco, facendolo ridacchiare.
Ancora una volta, mi ritrovo attratta da lui e penso a come potrei ascoltarlo ridacchiare per ore.
Oh, no! Mica mi sto prendendo una cotta per l'Alfa dei nostri tormentatori?
Ci avviciniamo a una panchina a pochi passi da noi e fissiamo il lago in silenzio. Respingo l'impulso di dire qualcosa solo per porre fine al silenzio, perché sarebbe sicuramente imbarazzante.
Pensare che non è affatto imbarazzante e che mi sento a mio agio con lui mi fa preoccupare. Mi mordo l'unghia del pollice pensando all'ultima volta che mi sono sentita così in compagnia di un uomo. Ma visti tutti gli orribili appuntamenti che ho avuto dopo la rottura con Riccardo, non c'è davvero da sorprendersi.
Oh, Dea! Non è il mio compagno, vero?