Capitolo 2

1847 Words
Artemisia “Tutte questo gridare non ci si addice a una signorina ben educata". Mio fratello ridacchia entrando nella mia camera da letto. Sbuffo, girando gli occhi e continuando a tenere il broncio fissando fuori dalla finestra. “È che non è giusto”. “Molte cose non lo sono”, dichiara semplicemente, facendomi voltare per guardarlo. “Non hai intenzione di cambiare qualcosa come nuovo Alfa? Permetterai loro di continuare a comportarsi come vogliono?” gli chiedo, stringendo la superficie lucida della credenza su cui sono seduta. “Missy”, sospira, mettendosi le mani in tasca. “Non c'è proprio nulla che io possa fare”. Giorgio fa un passo avanti, inclinando la testa verso di me. “C'è qualcosa che ti preoccupa? Che ti fa agitare così?” Scuotendo la testa, alzo gli occhi al soffitto. “Hai sentito che qualche giorno fa hanno giustiziato una donna senza lupa?” “Sì”, risponde lui, facendo cadere gli angoli della sua bocca. “Ma è solo una chiacchiera di paese che gira. Il Consiglio della Alta Corte non ha trovato nulla al riguardo”. “Ma stanno ancora indagando, non è così?” La mia voce raggiunge un tono acuto, quasi svanendo. Giorgio sposta il suo peso da un piede all'altro. “Sì, ma...”. “Niente ma!” Urlo, saltando giù dal mobile. “Sono delle bestie. Dovremmo smettere di fare quello che vogliono e non farci più trattare come burattini con cui gli piace fare spettacolo”. In un batter d'occhio, Giorgio è in piedi davanti a me e mi afferra bruscamente il braccio. “Ti calmerai e ti asterrai dal dire mai più una cosa del genere ad alta voce! Mi hai capito?” Piagnucolo e tiro su il braccio, cercando di coprirmi dalla sua furia intimidatoria. Mentre annuisco timidamente, lui ringhia, facendomi trasalire. “Mi hai capito?” “Sì, Alfa”, rispondo a bassa voce, convincendolo finalmente a liberarmi. Mi strofino il punto che pulsa dolorosamente sul braccio, facendo il broncio. “Non si tratta soltanto di noi, Missy”. Alzando lo sguardo su di lui, vedo che la sua espressione rabbiosa si è trasformata nella solita espressione premurosa che di solito ricevo dal mio fratello maggiore. “È importante che tu sappia che tutti noi siamo in pericolo. Anche se li attaccassimo tutti insieme, sarebbero molto probabile che ci schiaccino con un sorriso stanco sul volto. Non puoi capire le cose che abbiamo visto, quindi ti prego. Non rischiare di attirare la loro ira. Soprattutto non nelle tue condizioni”. “Le mie condizioni”, mormoro sentendomi schiacciata, mentre continuo ad accarezzarmi il braccio con il pollice. Mi mostra i canini mentre mi sorride. “Allora, ti va di cambiare argomento e di comportarti come la sorellina timida, debole e codarda che tutti suppongono tu sia?” Ridacchio, schiarendomi la gola come se dovessi impersonare un’attrice sul palco. “Su una scala da uno a dieci, quanto sei nervoso?” Giorgio fa il pensieroso mentre sospira profondamente. “Forse un otto?” Risponde indeciso, facendomi ridacchiare. “Lo stai chiedendo a me?” Mi siedo di nuovo sulla credenza, mentre lui si sposta per mettersi accanto a me, e guardiamo fuori dalla finestra osservando i guerrieri che si allenano sul terreno sottostante. “Diana ha scelto un vestito davvero bello, te lo devo dire”, dico in un sussurro, con lo sguardo rivolto al vuoto. Vedendolo sorridere nel riflesso del vetro, il mio cuore è così felice che potrebbe scoppiare. “Nove allora”. “La mamma la chiama già Luna”. “Questo è davvero carino”. “Sì”. Giorgio si gira lentamente, con il suo timido sorriso ancora presente. “Tu verrai, vero?”. Arriccio il naso e faccio spallucce. “Certo, non me lo perderei per nessun motivo al mondo”. “Grazie. Metterò Zeno e Zack al tuo fianco. In questo modo non oserà più avvicinarsi a te”. “Sei molto carino, grazie. Ma so difendermi da sola, è solo un fifone, lasciamo che gli Z si godano la serata con le loro fidanzate”. Sospira di nuovo, tenendomi per le spalle. “Siamo una famiglia e loro capiranno. Deve imparare che ti ha perso e deve lasciarti stare”. Scuotendo la testa, gli sorrido. “Sei già un sovrano così testardo. Non preoccuparti. Non sono accoppiato e per questo ci devono essere dei residui del nostro legame”. “Non è comunque un motivo per fare lo stronzo”, grugnisce, liberandomi con un colpetto. Il mio cuore sanguina quando penso a quanto sono stata stupida e ora sto persino preoccupando la mia famiglia. Loro sanno tutto, perché gliel'ho raccontato. Beh, quasi tutto. Solo i miei fratelli e le mie cognate sanno che è ancora ossessionato da me e ogni volta che mi vede cerca di avvicinarsi a me. I miei genitori sanno solo che sto ancora male quando lo vedo, e non è nemmeno una bugia. Ma solo la mia migliore amica sa che, qualche anno fa, mi sono lasciata coinvolgere da lui e ho persino passato la notte con lui. Il fatto che abbia tradito la sua famiglia con me mi ha fatto stare male per giorni. E ancora oggi mi sento un pezzo di merda per il mio comportamento. Almeno è stata una lezione per me e da allora sono guarita dal sentirmi attratta da lui. Il disgusto era troppo forte. Grazie alla Dea. “Andrà tutto bene. Non preoccuparti!” cerco di riassicurarlo, con un sorriso. Annuisce ed è già in piedi vicino alla porta quando si gira. “Non sei senza lupa, Missy! Non punirti per qualcosa che non puoi controllare”. Rimango a guardare il campo di allenamento, mentre sospiro, le prime lacrime che scendono velocemente. *** Risate gioiose riempiono l'aria mentre un fruscio sale dai piani sottostanti. I preparativi per la cerimonia procedono senza intoppi, ma mia madre è sempre in iperventilazione per gli ospiti che devono arrivare da un momento all'altro. “Ti senti a tuo agio?” chiedo a Diana mentre fa dei respiri profondi con le mani sul suo ventre. “Sì, ma anche no. Dio, credo che sto per svenire”. “Rilaaaaaassatiii.” Caterina urla dal tavolino da trucco, mentre si concentra a disegnare la linea dritta con l’eyeliner. “Tutti ti hanno già accettato come nuova Luna. Andrà tutto bene”. “Sono più nervosa del giorno del mio matrimonio,” espira. “Ma è normale?”. Ridacchio mentre pizzico lo strascico del suo abito da sposa. “Credo proprio di sì”. Con un movimento rapido, si gira e mi afferra delicatamente le guance con le mani. “Non sei una creatura bellissima?” Mi sbaciucchia la guancia, facendomi sussultare. “Le tue labbra rosse distruggeranno il mio trucco!” Mi alzo di scatto dalla mia posizione seduta e mi metto dietro Caterina per guardarmi allo specchio. “Sei una donna crudele. Sono stata seduta ore per questo trucco”. Diana e Caterina ridono e Caterina si alza per togliere le tracce di rossetto dalla mia guancia. Metto il broncio mentre lei mi strofina il pollice sul viso e tampona con cura la macchia con una spugna di bellezza per recuperare il trucco in modo impeccabile. “Ecco fatto”, esclama felice, mentre la voce di mia madre risuona nelle nostre teste. “Signore e signori. Che le festività abbiano inizio”. Mi libero dal collegamento mentale e mi volto verso Diana con una risatina. Stringendole la mano, le auguro buona fortuna e le assicuro ancora una volta che tutto andrà bene, prima di lasciare la stanza con Caterina. “Non dovrebbe essere lasciata sola”, sussurra mentre scendiamo di corsa le scale. “Lo so, ma andrà tutto bene. La tradizione vuole che si unisca a noi proprio al momento dell'incoronazione”. Quando arriviamo al piano terra, mi fermo dietro mia madre e sento Zeno che mi mette un braccio attorno alle spalle. Sento che tutti sono ansiosi ma anche estremamente eccitati. Io e i miei fratelli siamo lì ad affrontare i primi ospiti con un sorriso, mentre i miei genitori li accolgono ufficialmente sul terreno del nostro branco. Guardo con stupore i rappresentanti degli altri branchi che entrano vestiti elegantemente. Stasera sembra che tutti stiano lavorando. L'organizzazione delle guardie, le scorte dalle frontiere e la logistica della festa testimoniano l'abilità di mia madre come Luna. Decidiamo di muoverci con la folla e di andare sul retro della casa. Il grande patio che conduce al grande cortile interno è ora decorato amorevolmente con ghirlande e fiori. In fondo al campo, recintato con cespugli di rose, è stato allestito un enorme palco dove si terrà l'incoronazione. Mi sento entusiasta a seguire Zeno verso alcuni tavoli del bar ancora liberi e iniziare a mangiare gli antipasti che vengono serviti. Zaccaria ci raggiunge a passi veloci e io gemo. “Davvero, non ho bisogno della vostra compassione. Lasciatemi in pace e andate a godervi la serata con le vostre ragazze”. Zeno sorride mentre sgranocchia dei mini-brezel. “Niente da fare, sorellina”. “Ti ho portato dello champagne”. Zaccaria sorride mentre allunga le braccia per farmi prendere il bicchiere. “Grazie, Zack”. Prima ancora che Zeno riesca a togliere il bicchiere dalla presa di nostro fratello, la sua espressione si oscura. “Sono arrivati gli stronzi”. La testa di Zaccaria e la mia si dirigono verso il patio, giusto in tempo per vedere cinque membri del Branco Zanna di Sangue che scrutano la folla con aria accigliata. Beh, no, permettetemi di riformulare la frase. Uno di loro si guarda in giro con cipiglio. Non sono riuscita a capire cosa stessero facendo gli altri. E che cipiglio. La sua statura muscolosa fa impallidire tutti gli altri. Anche se circondato dai lupi più forti dell'emisfero meridionale, sembra sovrastare tutti. Ha la mascella squadrata e serrata, mentre fissa noi umili pezzenti con i suoi occhi glaciali e credo che potrei tagliarmi se gli toccassi il viso, a causa dei suoi zigomi alti. E perché cazzo dovrei voler toccare la sua faccia?! Per la prima volta, dopo quella che sembra un'eternità, sento la mia lupa agitarsi e sussulto, liberandomi dalla mia trance. I miei fratelli mi guardano preoccupati mentre afferro la stoffa del mio vestito. “Cosa c'è che non va?” “Cassy... lei... credo che si sia appena mossa”. “Davvero?” I loro occhi scintillanti mi fanno sanguinare il cuore mentre penso che potrebbe essere per un motivo del tutto sbagliato. “Sì”, dico ridacchiando, raddrizzando la schiena con un respiro profondo. Mentre i miei fratelli riprendono a bisticciare giocosamente, azzardo un'altra occhiata all'Adone che ha fatto reagire persino la mia lupa, e devo arrossire terribilmente quando i nostri sguardi si incontrano. Oh, mia Dea.
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