Il treno si ferma, le mie gambe ciondolano ancora. Sento la maniglia della porta girare leggermente. È là, pronto per me. Improvvisamente salto su e corro avanti sul tetto. Sono proprio sopra la sua testa, dov’egli spia dietro la porta. Il treno sta fermo, la notte è tranquilla, e ho cura di fare il maggior rumore possibile coi piedi, sul tetto di metallo. Non so, ma ora suppongo che stia correndo avanti per acciuffarmi mentre scendo dalla piattaforma seguente. Ma non scendo là. A metà strada lungo il tetto della vettura mi volto, rifaccio il mio cammino leggermente e rapidamente, fino alla piattaforma che i guardiani e io abbiamo appena abbandonato. Lo sbarco è libero, scendo a terra sul fianco esterno del treno e mi nascondo nell’oscurità. Nemmeno un’anima mi ha visto. Vado verso lo stec