episodio due

842 Parole
"Ciao" dice. Ha una voce bellissima. "C-ciao. Emh - c-c'è la professoressa Taylor?" Patetica. Prima di tutto avrei dovuto assicurarmi che questa fosse la casa giusta, che sicuramente non è. Insomma, da quando in qua la Taylor nasconde ragazzi simili in casa sua? "Certo" risponde lui sorprendendomi. "Vuoi..?" Mi fa cenno di entrare. Annuisco timidamente, cercando il più possibile di non fissarlo. Beccato che inciampi nel bordo del grazioso tappeto dell'entrata. Fortunatamente il ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli biondi è girato di spalle, ma sento comunque le mie guance andare in fiamme. Situazione imbarazzante n° 2. Lui si gira e io vorrei tanto scomparire. Oltre al fatto che sono in piedi nel bel mezzo del corridoio d'entrata della casa della mia più odiata professoressa di sempre, ovvio, con un ragazzo bellissimo che si guarda intorno sperando che io dica qualcosa. Situazione imbarazzante n° 3. "Mmh" dice. "Allora.. sei.. sei del Norwest?" Deglutisco troppo rumorosamente, chiedendomi come faccia una casa talmente tanto arredata ad avere un eco così forte. Ti prego, Babe, niente sproloqui mentali. Non adesso. "Sì" dico. Eloquente. "Purtroppo." Lui accenna un sorriso e solo ora noto il piercing minuscolo che porta all'angolo del labbro inferiore. "Ci andavo anch'io, sì." Fa una pausa. "Molto.. difficile." Annuisco sorridendo. Situazione imbarazzante n° 4. Così, mentre il ragazzo più bello di sempre si gratta la nuca notiamo entrambi la Taylor scendere le scale con il suo passo felino - sarcasticamente parlando. Lei e il ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli biondi si scambiano un sorrisino, poi lui, in tutta la sua maestosa bellezza, si volta verso di me, folgorandomi solamente riservandomi un'occhiata. "Ci vediamo" dice, e poi cammina giù per il salotto e scompare dietro la porta della cucina. Rimango qui, ancora in piedi per chissà che botta di culo, mentre la mia mente continua a chiedermi ripetutamente che-cosa-è-appena-successo-?. Sono così presa da quel ragazzo che non mi accorgo nemmeno della terribile ombra che si sta abbattendo su di me. "E' stato difficile trovare la strada?" mi chiede la Taylor. Cerco di riconcentrarmi rispondendo alla domanda. "Emh.. no, non del tutto. Il quartiere è vicino alla stazione, quindi.." "Hai portato i test?" Giusto. Guardo in basso, sperando siano dove li avevo lasciati. I due minuti passati con il ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli biondi hanno praticamente resettato la mia intera concezione di tempo e spazio. Fortunatamente la pila di compiti è ancora tra le mie mani, sigillata da una busta di plastica trasparente, umida come non mai a causa della sudata che mi sono fatta. Glieli porgo con molta calma mentre flashbacks del ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli biondi lampeggiano uno dopo l'altro ogni volta che sbatto le palpebre. "Beh, grazie mille. Aumenterò il tuo rendimento, ma non dirlo a nessuno, mi raccomando." Le sorrido, anche se lei è di ghiaccio. "G-grazie." E poi c'è il solito momento imbarazzante dove non sai mai cosa dire o come muoverti. Lo sguardo della Taylor è un misto tra smettila di fissarmi così e porta il tuo culo fuori da casa mia. Acconsento senza esitazione, trovando la scusa più patetica per andarmene da qui. "Allora.. a domani. Arrivederci." Una volta uscita da casa sua mi ricordo di Leigh, che ha continuato a chiamarmi per tutta la durata dell'incontro con il ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli biondi. Certamente devo raccontarglielo. La richiamo. "Stronza" risponde dopo un solo squillo. "Ti ho chiamato circa dieci volte. Sei viva, sì?" "Leigh, è successa una cosa." "Ma sei viva?" "Sì." "Cos'è successo?" "Ho incontrato un ragazzo. Era bellissimo." Un silenzio tombale giace dall'altra parte della cornetta. Leigh, che solitamente cerca di farmi conoscere e/o interessare qualcuno, molto spesso rinuncia o mi rivolge monosillabi per intere settimane. Non biasimo la sua sorpresa se, andando a casa della Taylor, torni a casa morente a causa del ragazzo bellissimo che tiene in ostaggio. "Leigh?" Tossisce. "Sei sicura? Non era suo marito? Magari assomiglia a Churchill." "Brr, no" ribadisco immediatamente, tagliando fuori la possibilità di continuare il discorso. "Senti. Era un ragazzo più o meno della nostra età. Era bellissimo. Mi ha aperto la porta di casa e mi ha invitato ad entrare. Ed era bellissimo." "Molto figo?" "Non lo so, era bellissimo." "Dio, Babe, ti sei innamorata!" "Cosa? Eh? No. Impossibile." "Tutte cazzate, se ti piace non puoi negarlo a te stessa." "E' più un amore platonico, diciamo. Era bellissimo." "Senti, toglimi un dubbio. Che ci faceva a casa della Taylor?" A questo non avevo pensato. Ero così presa a contare le figure di merda che stavo facendo che proprio non me lo sono domandato. "Non lo so, magari è un ragazzo a cui dà ripetizioni." "Ti pare che la Taylor faccia ripetizioni?" Rimaniamo in silenzio un altro po', giusto per riflettere. Attraverso il telefono riesco a sentire le rotative ingranare nel cervello di Leigh. "Oh mio Dio, Babe." "Cosa?" "E se fosse suo figlio?" Poi non so cosa è successo. Probabilmente sono morta o qualcosa di simile.      
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