3. Andrew Raven dormiva. Si era addormentato a fatica, quella sera, e aveva raggiunto la convizione che farsi risucchiare nuovamente da un’indagine era stata una pessima idea. Con qualche aspetto positivo, ma la cui positività era ancora da provare. Se era onesto con se stesso, era stato umiliante. L’agente Clarke l’aveva usato per soddisfare chissà quale fantasia – occhi chiusi, faccia al muro. Non aveva fatto sesso con lui. D’altronde, lui non aveva fatto sesso con lei. Aveva solo bisogno di affondare in una passera bagnata, si era detto, non importava quale. Ma in realtà avrebbe voluto... qualcosa. Un contatto umano, un po’ di conforto. Non aveva avuto niente di tutto questo, solo un orgasmo. Certo, un orgasmo intenso, diverso da quelli che poteva procurarsi da solo, ma comunque un’e