Non era una possibilità molto invitante e a mano a mano che procedevo la situazione andava peggiorando. Il terreno era ora fangoso, cedeva sotto i piedi provocandomi una sensazione quanto mai sgradevole. Mi sembrava quasi di sprofondare, e questa sensazione era acuita dal fatto che pur trovandomi in un punto pianeggiante avevo l’impressione di camminare a un livello più basso della natura circostante. Mi guardai attorno ma non potei scorgere traccia alcuna dei miei inseguitori, il che era strano perché per tutto quel tempo quegli uccelli notturni mi avevano seguito nell’oscurità quasi fosse stato pieno giorno. Come mi pentivo ora di aver scelto per quel giorno un abito da viaggio chiaro, di tweed. Il silenzio e la mia impossibilità di scorgere i nemici mentre intuivo di essere osservato da