Mi ansimò all’orecchio. Le stava piacendo. Bene. Non mi sarei fermato finché non l’avrei marchiata con il mio seme. Non potevo andare fuori e cavare gli occhi ad ogni lupo che l’avesse vista, ma potevo marchiarla come mia. L’alzai leggermente, spingendomi dentro di lei, cercando di arrivare così in fondo che mi avrebbe sentito per sempre. Mentre ringhiavo il suo nome, lei inclinò la testa per baciarmi il collo. Quell’atto tenero inviò un brivido attraverso il mio corpo. «Oh, piccola.» La sentii stringersi e cominciare a tremare. Presa dall’orgasmo, le sue ginocchia si piegarono e si accasciò contro di me. Tenendola vicino, mi feci strada dentro di lei, lasciando che il suo piacere mi travolgesse. Rimanemmo in quel modo, vicini, con il mio corpo che la immobilizzava contro il muro. Se