Capitolo 1

2953 Words
Capitolo 1 Il cervo stava pascolando al bordo del ruscello, con il palco orgoglioso che si rifletteva nell’acqua increspata. Lo osservai nascosta nell’ombra. Lo avevo seguito per chilometri, per sciogliermi i muscoli e godermi la caccia, e riuscivo quasi ad assaporare già la mia preda, seppure da lontano. Un vero lupo non sarebbe stato capace di abbattere una preda così grande senza il suo branco. Un uomo, invece, avrebbe potuto uccidere un cervo con arco e frecce, e faticare per portarlo a casa.Ma io non ero umano, e non ero un vero lupo. Il vento cambiò senso e portò al mio naso un mix di odori diversi. A parte il solito profumo di fiori, sentii qualcosa di aspro. Un altro lupo, ma non uno a me familiare. Conoscevo gli odori del mio branco: quello era un intruso. Il vento cambiò di nuovo quando il cervo si avvicinò al mio nascondiglio. Il mio lupo interiore dimenticò quell’odore preoccupante e si concentrò sulla preda appena oltre il torrente. Mi trasformai. Un istante prima, l’acqua sotto di me rifletteva un uomo, muscoloso e dai capelli scuri. Subito dopo, un vento anomalo scosse le foglie e la figura umana venne sostituita da un grande lupo nero. Il cervo alzò la testa a quella strana ondata di magia. Sentì l’odore del lupo che ero diventato, e corse via. Fu un inseguimento molto breve. Dopo, leccando via il sangue dalla zampa, non avevo voglia di trasformarmi di nuovo. Gli uomini erano lenti e stupidi, vincolati dalle loro regole. Non riuscivano a percepire con l’olfatto il caleidoscopio di colori che era la foresta, scegliendo invece di distruggerla col fuoco e vivere in baracche puzzolenti nel fango. Il mondo non era forse più bello da lupo? Ma sotto quella coscienza animale, votata alla semplicità, si nascondeva una bestia più oscura. Anche in quel momento, con il sapore del sangue in bocca, la creatura piena di rabbia lottava per il dominio del mio corpo. La contrastai, scuotendo la mia testa di lupo come per scacciare delle mosche. La mia frenetica lotta interiore mi portò al ruscello, dove osservai le mie fattezze canine ingrandirsi e mutare in qualcosa di grottesco… Il mio naso canino captò un vago odore che proveniva dalla montagna che il mio branco chiamava ‘casa’. Quel profumo rivelava che lì viveva una donna. Non una donna qualsiasi, ma la nostra. La nostra compagna. La bestia svanì. La ragione, invece, tornò. Gustai il profumo femminile—leggero e fresco, delicato e semplicemente perfetto tra il fetore del sudore dei guerrieri. Era in attesa. Un altro assaggio del suo delizioso profumo e mi trasformai: le zampe diventarono mani, la pelliccia si trasformò in capelli, e la sete di sangue della bestia svanì come se non ci fosse mai stata. Corsi fino a casa, portandomi dietro il cervo. Alla sommità del sentiero della montagna, un enorme guerriero stava di guardia, intento ad affilare la sua ascia. Wulfgar era stato un temibile guerriero anche prima di diventare un Berserker. I suoi lineamenti spigolosi si illuminarono alla vista della carne fresca. Gettai il cervo ai suoi piedi. «Caccia fruttuosa?» L’enorme guerriero diede un’annusata di apprezzamento. Grugnii. Dopo aver passato del tempo sotto forma di lupo, la parola ci metteva un po’ a tornare. Wulfgar abbaiò un ordine a un altro lupo. «Arrostisci i pezzi migliori sul fuoco per la donna dell’Alpha. Dai il resto al branco.» Feci un segno di ringraziamento a Wulfgar e al piccolo lupo rosso che era venuto a raccogliere la carcassa. «Beta»,mi salutarono entrambi con un cenno della testa, avendo cura di distogliere lo sguardo dal mio per rispetto del mio rango. Anche se Wulfgar era più alto di me di una testa, io ero leggermente più dominante, se non altro per il mio legame con l’Alpha, Samuel. Una brezza percorse la parete della montagna, smuovendo il fumo del fuoco che mi portò al naso il dolce odore di una donna. Abbandonai il fuoco ed entrai nella grotta, seguendo il corridoio di pietra fino alle stanze che condividevo con Samuel… e con lei. Percorrendo il corridoio, il profumo diventava sempre più forte. Mi bloccai sulla porta delle nostre stanze: all’interno, Samuel stava riposando nella sua forma di lupo, con striature fulve nella sua pelliccia grigia. Lo salutai con un cenno del capo e mi diressi subito verso la pedana ricoperta di pelli che usavamo come letto, per dare un’occhiata alla donna dai capelli scuri rintanata tra le coperte. Dorme ancora, esordì Samuel attraverso il nostro legame. Meglio smettere di sfiancarla,gli risposi sorridendo. Quasi lo fece anche lui. Era un Berserker da molto tempo, e aveva passato circa un secolo quasi totalmente in preda alla magia. Io ero stato il cordone che lo teneva legato al mondo, impedendogli di scatenare la furia omicida che gli avrebbe distrutto la mente. Combattemmo la bestia di Samuel, insieme, e cercammo in lungo e in largo la donna che, secondo la strega, lo avrebbe salvato—una donna segnata da un lupo. Brenna. Un respiro profondo, e il suo profumo mi riempì i polmoni. Il lupo tacque. Non avevo nemmeno realizzato quanto inquieto fosse finché non la vidi, e mi rilassai. Profumava di muschio e pino, e dei luoghi sicuri nascosti nella foresta. Non c’era da stupirsi che il nostro grande Alpha si crogiolasse ai suoi piedi in forma di lupo, con la lingua penzoloni come un cucciolo. Dopo secoli di lotta, avevano finalmente trovato casa. Feci per sdraiarmi accanto a lei sulla predella e Samuel emise un mezzo ringhio. Non la sveglierò, gli spiegai attraverso il legame. Non ancora. Voglio solo sdraiarmi accanto a lei. Aspettai un suo cenno, poi mi distesi circondandola, sotto le pelli. Una volta avvicinatomi di più, seppellii il volto nella sua folta chioma scura. Si mosse. Curvai il corpo attorno a lei, lasciando che il suo calore penetrasse in me, godendomi le dolci curve del suo corpo. Accanto alla pedana, Samuel ci osservava in forma di lupo, ansimando felice. La mia mano scivolò sotto le pellicce per raggiungere un seno. Giocai con la morbida manciata, sentendo il suo capezzolo indurirsi man mano e il suo corpo prendere vita. Tenevamo la nostra compagna nuda per la maggior parte del tempo, fornendole alcuni abiti e mantelli ma soprattutto bracieri accesi tutt’intorno alla stanza. Io e Samuel vivevamo costantemente in allerta per proteggere la nostra donna da ogni altro. Non potevamo fidarci nemmeno del nostro branco, i nostri fratelli guerrieri. Il suo profumo era un richiamo di sirena, irresistibilmente dolce. Per questo motivo la tenevamo nascosta in quella camera, lontana dal mondo. Chiusi gli occhi e inspirai, regalando al lupo ciò che desiderava, riempiendo i miei polmoni con la sua essenza. Il mio corpo fremeva dal bisogno. «Brenna»,sussurrai sulla sua nuca. Lei sospirò e ogni parte di me si concentrò su quel leggero suono. Alzò la testa e i capelli le scivolarono dal collo, rivelando le cicatrici ramificate sulla gola, la testimonianza di una ferita brutale che aveva subito da piccola. L’attacco le aveva portato via la voce. Era stato un miracolo che non le avesse preso la vita, ma era sopravvissuta. Ed ora era nostra. Brenna si spostò avvicinandosi ulteriormente a me e il mio corpo reagì, riprendendo vita grazie a un flusso di sangue diretto all’inguine. Grugnii un po’ mentre lasciavo scivolare il braccio sotto di lei, stringendo la presa e attirandola contro il mio corpo. Non era una donna piccola per gli standard umani ma, paragonata a noi, era snella e perfetta. La sua morbidezza la rendeva soltanto più invitante. Il suo sedere sfiorò il mio membro, lasciandomi a gemere tra i suoi capelli. Daegan, mi rimproverò Samuel attraverso il legame. L’hai svegliata. «Non ho potuto farne a meno» dissi io ad alta voce. «È una tentazione così sensuale…» Con le mani cominciai ad esplorare la tenerezza del suo seno, il morbido avvallamento della sua pancia che terminava con i fianchi dolcemente svasati. «Svegliati, piccola», canticchiai nel suo orecchio, intanto che le mie dita si muovevano a sud del suo ventre. «Farò in modo che ne valga la pena.» Aprì gli occhi. Non era la prima volta che desideravo che la nostra amata potesse parlare. Il danno alla gola l’aveva resa muta. Anche se non aveva mai avuto nessun problema ad esprimere i suoi sentimenti, avrei dato qualsiasi cosa per sentirla pronunciare il mio nome. Le mie dita si spinsero alla ricerca di quel posto dolce e umido tra le sue gambe, impegnandosi per tirarle fuori almeno un sussulto. Quando quest’ultimo lasciò le sue labbra, sorrisi. Sospirò di nuovo e mi chiesi quanto fosse sveglia davvero. Poi sfregò il suo sedere contro il mio inguine, e la sua guancia si alzò in un sorriso, lasciandomi intendere che sì, era sveglia. «Che ragazza maliziosa» dissi, «Mi stai facendo eccitare.»Mi appoggiai su un gomito, appena sopra di lei. «Non sai che sei una tentazione sufficiente?» Si sdraiò sulla schiena, sbattendo le palpebre di quegli occhi vogliosi e assonnati verso di me. Non riuscii più a trattenermi: mi chinai e conquistai la sua bocca. Le mie dita approfondirono la loro esplorazione e rotearono tra le sue gambe, facendole ondeggiare i fianchi. La magica riempì la stanza quando Samuel si trasformò da lupo a uomo. Prese posto vicino a noi. Spostandomi sul corpo di Brenna, tracciai una scia di baci dal suo collo fino ai seni, senza fermarmi finché non assaggiai il luogo segreto che nascondeva tra le cosce. Lei si tese ma io le tenni le gambe aperte per leccarle il centro roseo mentre si contorceva. Posizionato accanto alla sua testa, Samuel catturò la bocca della nostra amata, poggiando le mani sui suoi seni. Usando dita, labbra e lingua la stimolammo finché non vibrò come una corda di liuto tra i nostri corpi, pizzicata fino al punto di rottura. Samuel lasciò andare la sua bocca per mordicchiarle il lobo mentre io leccavo in basso. Tra selvaggi gemiti e contorcimenti, il suo corpo vacillò sull’orlo del piacere. La tenemmo bloccata tra noi finché non raggiunse l’apice ed esplose in mille pezzi. Mentre lei ansimava per riprendere fiato, io e Samuel ci guardammo a vicenda con un mezzo sorriso in volto. «Bellissima», disse lui, in modo da farmi sentire da Brenna. «Decisamente.» Le accarezzai l’interno coscia. Dopo un intero minuto sbatté le palpebre alzando la testa. Senza parlare, io e Samuel ci scambiammo di posto. La mise a quattro zampe e si posizionò dietro di lei, che si mosse obbedientemente mentre le teneva i fianchi in alto e allungava una mano per stuzzicarla. Io, intanto, guidai la testa della mia amata sul mio membro dolorante. Lei obbedì al mio silenzioso ordine, succhiando così in fondo che le ginocchia quasi mi cedettero. «Oh, piccola»gemetti, accarezzandole una guancia. Samuel le afferrò i fianchi e io tenni la testa di Brenna ferma in vista della sua spinta. Lei sussultò quando lui si spinse in avanti. La potenza del suo movimento la guidò in avanti sul mio membro e, per un secondo, le raggiunsi la gola. La sensazione mi tolse il respiro. Il legame tra me e l’Alpha vibrò in armonia con il corpo della nostra amata tra noi. Le cinsi dolcemente la testa tra le mani mentre si muoveva avanti e indietro. Samuel allungò di nuovo una mano per stimolarla a un altro orgasmo. La sua saliva colò intorno alla mia asta, facendomi venire urlando imprecazioni, con la mano chiusa a pugno tra i suoi capelli scuri. Quel piacere si riversò sul legame tra noi, e gli occhi di Samuel furono avvolti dalle fiamme della lussuria. Mostrò per un attimo i canini mentre vacillava sull’orlo del baratro che separava l’uomo dalla bestia senza ragione. Tolsi il membro dalla bocca della mia amata con uno schiocco, indietreggiando al segnale di Samuel. L’enorme guerriero biondo si inginocchiò nudo dietro la nostra donna, con i capelli dorati che gli pendevano dalle spalle. Fece scorrere una mano dietro la schiena di Brenna per calmarla e prepararla per una buona scopata. Con un ringhio, si spinse in avanti. I suoi fianchi sbatterono sul sedere di lei e il suono dell’improvviso contatto delle pelli riempì la caverna. Mentre Samuel manteneva il suo ritmo brutale, le mani di Brenna si aggrapparono alle pelli, il suo respiro si spezzò nella gola ferita. «Vieni.» A quell’ordine, il palmo della mano di Samuel colpì il lato della natica di lei, che aveva il sedere in alto. Gli occhi di Brenna rotearono quando obbedì, dimenandosi. Samuel si agitò su di lei, le sue grandi mani le tenevano i fianchi mentre si liberava nelle profondità della donna. Una volta tiratosi fuori, le prese i capelli nel pugno e la guidò verso il suo membro, ordinandole di pulirlo con la bocca. Guardandola leccare remissivamente, il mio uccello si indurì nuovamente. La bestia dentro di me desiderava dominare la nostra amata, esigeva la sua dolce sottomissione. E non voleva di certo fermarsi lì… Abbandonai quella linea di pensiero e mi sdraiai su un fianco accanto a lei per giocherellare con i suoi seni penzolanti e ammirare l’arrossamento della sua pelle. «Bella, bellissima ragazza», le dissi e mormorai le parole che desideravo fossero vere. «Sei fatta per noi.» Molto più tardi feci la guardia alla nostra amata mentre Samuel era via. La guardai dormire, osservando la cascata di capelli corvini, le guance pallide come la luce della Luna. Mia, disse il lupo, con cui avrei voluto essere d’accordo. Era nostra in ogni modo possibile. L’avevamo comprata dalla sua famiglia qualche Luna prima, e l’avevamo tenuta nella nostra tana, lontano dal branco. Lei sembrava accettarci. Le portammo notizie di quello che rimaneva della sua famiglia—le sue tre sorelle che stavano crescendo nel villaggio. Sua madre era morta due Lune prima, e noi le demmo la notizia. Samuel le chiese se volesse vedere la tomba ma Brenna scosse la testa per dirci di no. Aveva abbandonato la sua vecchia vita per noi. E, ogni volta che rivendicavamo il nostro possesso su di lei, sembrava di tornare a casa. Ma era davvero quello il suo posto? Lei è nostra. Disse Samuel attraverso il legame, avendo percepito la mia incertezza. Finché la terremo con noi. Gli ricordai. Perché mai dovremmo lasciarla andare? Gli trasmisi il ricordo della mia caccia al cervo, avvenuta poco prima. È successo di nuovo: ho quasi perso il controllo della bestia. Poi cadde il silenzio. Samuel non voleva ammettere che potesse accadere ciò che temevamo di più: la stessa bestia che Brenna riusciva a placare avrebbe potuto scatenarsi di nuovo. La furia dei Berserker era leggendaria sul campo di battaglia. Molti Re se ne avvalevano per conquistare il potere. In tempo di pace, la bestia bramava lo spargimento di sangue. La magia che ci rendeva dei lupi era ereditaria, e ci avrebbe portati alla pazzia. Ecco qual era il prezzo del nostro enorme potere. Brenna non sapeva nulla di tutto ciò: non sapeva che molti del nostro branco avevano ceduto alla bestia per andare incontro al loro triste destino. Una volta che la creatura prendeva definitivamente il possesso delle loro menti, Samuel li aspettava. Più di qualcuno era morto con il collo spezzato, e i corpi venivano scaraventati giù dalla montagna dall’Alpha in preda alla furia, non perché il suo controllo era venuto meno, ma perché gli altri non erano riusciti a trattenersi. L’Alpha proteggeva il branco, anche dai suoi stessi membri. Ma non poteva fare molto affinché la piaga non si propagasse ulteriormente. Eravamo guerrieri forgiati da mille battaglie, ma non potevamo vincere quella contro la nostra stessa mente. Prima di trovare la strega che ci aveva consigliato di cercare Brenna, stavamo perdendo. Ripensai alle notti in cui la bestia ululava assetata di sangue… Raccontami cos’è successo, disse alla fine Samuel. Come hai ripreso il controllo? Ho sentito l’odore della nostra amata. Proprio come avevano predetto le rune. Lei placa la bestia. Allungai la mano e percorsi con un dito la guancia liscia della nostra amata. La sua pelle era così morbida, così piacevolmente profumata. Quella sera odorava di chiaro di Luna, di neve e di segreti custoditi nel cuore della terra… cose per cui nessun uomo avrebbe trovato le parole giuste per definirle, cose che soltanto un lupo avrebbe potuto capire pienamente. La mia mano si chiuse attorno al suo collo. Il suo battito riverberò sul mio palmo. Sia io che Samuel temevamo il giorno in cui si sarebbe svegliata e avrebbe scoperto chi eravamo veramente. Non solo licantropi, ma Berserker, maledetti da una magia ereditaria. Avevamo detto a Brenna di non aver paura del lupo, ma non avevamo mai menzionato cosa avrebbe dovuto temere davvero: la bestia. Ci aveva visti in forma di lupo, ma non aveva ancora visto la bestia, neanche lontanamente. Quando l’avevamo posseduta, forte e veloce, non aveva mai pensato a quale mostro si nascondesse dentro di noi? Riusciva a percepire quanto male avrebbe voluto farle, quella bestia? Le mie dita si strinsero attorno alla sua gola. Una volta avevo quasi perso il controllo. Non poteva accadere di nuovo. Non possiamo continuare a nasconderglielo. Il pensiero di Samuel si fece eco attraverso il legame. Allontanai la mano di lei, invaso dal senso di colpa. La incontrerà, in un modo o nell’altro. No, è troppo pericoloso. Questo è il motivo per cui abbiamo passato secoli in solitudine. Se deve essere la nostra compagna, allora deve conoscere il branco, apprendere le nostre usanze. Non possiamo tenerla chiusa qui dentro per sempre. Ma, faticai per trovare le parole giuste che avrebbero espresso le mie sensazioni. Cosa faremo se vedrà la bestia e non ci amerà più? Può amarci davvero se non sa cosa siamo? La bestia non ama: cercherà soltanto di distruggerla. Trattenni il respiro finché Samuel non mi rispose di nuovo, Prega che non accada.
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