Divinix lo riportò alla realtà con un benevolo invito sommesso. “Vieni, giovane amico. È tempo di andare. Nulla più rivelerà la Saga.” Ubbidì come un automa, seguendo senza aprir bocca l’autorevole Dominus Quercus che, una volta lasciata quella misteriosa stanza, lo condusse in un appartato salottino attiguo, dove lo fece accomodare e gli tese un grande calice, riempito fino all’orlo di una bevanda azzurrina. Senza far domande, bevve d’un fiato. Ci volle qualche minuto prima che, rendendosi conto di quanto era successo poco prima, chiedesse, non senza timore. “Quella voce ... quella voce meravigliosa e quel ... posto ... Co-cos’erano?” “Hai udito le parole della Saga. È un privilegio di pochi, giovane amico.” rispose l’uomo, scrutandolo. “La Saga?! Cosa ... Chi ... è? E ... E quel posto