V E N T I Non so se sono morta o viva. Il corpo mi fa male più di quanto potessi immaginare, e mi domando se è così che ci si sente a essere dall’altra parte. Sento di essere ancora viva: se fossi morta, spero che non sarebbe così doloroso. Apro appena un occhio e capisco che sono stesa a faccia in giù, sul pavimento di metallo, in una stanza oscurata, illuminata da luci rosse d’emergenza. Cerco di distinguere la sagoma che mi sta davanti. “Brooke?” domanda una voce. È una voce maschile, e mi ricorda qualcuno ma non so chi. “Brooke?” domanda di nuovo, delicatamente. Sento una mano che mi scuote piano piano la spalla. Riesco ad aprire un po’ più un occhio, e a questo punto riconosco la faccia. Ben. Si china verso di me, mi tocca con gentilezza, cercando di capire se ci sono. “Questo