CAPITOLO DODICI L’uomo sussultò davanti allo schermo del suo computer, pieno di foto dell’inquietante scena del crimine. Il corpo, legato dal nastro adesivo ai binari ferroviari, sembrava una sorta di manichino decapitato, almeno finché non ingrandì le detestabili foto che ritraevano il primo piano del collo della vittima. Poi, si mise a guardare le immagini della sezione trasversale quasi clinicamente chiare di trachea, esofago e spina dorsale, come se fossero immagini di un libro di anatomia. E laggiù c’era la testa, ferma dov’era rotolata, in fondo al terrapieno sassoso. L’espressione d’orrore della donna sembrava troppo feroce, troppo esagerata per essere vera, come se fosse stata dipinta sulla testa di un manichino. Ma l’uomo sapeva che era tutto troppo reale. Questa era tutta op