7. Si svegliò nel tepore. Sotto aveva una superficie dura e scomoda, nell’aria c’era un odore sgradevole che probabilmente era il suo quanto quello di Caradoc, ma nel complesso non era così male. Socchiuse gli occhi e osservò il viso tumefatto del suo compagno di fuga. Anche gonfio e coperto di lividi giallo-violacei, restava bello in modo spiazzante. Per un po’ lo osservò in silenzio, poi anche lui socchiuse gli occhi e la guardò. Pensieroso. Ancora qualche secondo e fece una smorfia. «Questo è il mio odore, eh?». «E il mio» ammise Sienna. Lui le rivolse un lieve sorriso. «Speriamo di no. Sei tu quella che deve uscire a cercare del cibo e dell’acqua». Sienna non ci aveva ancora pensato. L’idea la depresse. Come avrebbero fatto? Avevano solo gli abiti (sporchi) che indossavano. Nie