4. Forse perché aveva deciso che quello era una specie di appuntamento, invece che una marchetta, in macchina Dane fece abbastanza il bravo, limitandosi a tenermi un braccio sopra le spalle e a giocherellare con i miei capelli. Dopo aver avuto nelle orecchie per ore la brutta musica disco del Vegas il silenzio dell’interno dell’abitacolo ora mi faceva una strana impressione, quasi estraniante. Nessuno dei due disse niente. Dane giocherellò con i miei riccioli, io restai con la testa sulla sua spalla e gli occhi socchiusi, riflettendo. Salimmo nel suo appartamento e questa volta Dane mi pilotò verso il salotto, uno spazio ampio e un po’ pacchiano, con dei grossi divani panciuti e un’immensa tv da parete. «Vuoi un po’ di vodka?» mi chiese, dalla cucina. «Liscia?». Lui ridacchiò. «Non d