CAPITOLO QUATTORDICI Kevin non voleva togliere gli occhi di dosso alla roccia mentre la trasportavano su una sorta di barella improvvisata, non del tutto sicuro di cosa farne mentre camminavano in mezzo alla giungla diretti verso il campo base. Era allo stesso tempo esaltato e confuso, preso fra la gioia di aver trovato la cosa verso cui erano stati indirizzati dai segnali alieni, e la sorpresa di non essersi trovato davanti la grandiosa nave spaziale argentata che si era immaginato. Era strano averla effettivamente trovata, anche se erano venuti lì per fare proprio questo. Era un po’ come se non avesse dovuto essere lì, eppure c’era, e adesso Kevin faceva fatica a contenere la sua eccitazione al pensiero di vedere quello che conteneva. “La apriremo quando saremo tornati, vero?” chiese