Di colpo si fermò e alzò gli occhi verso le case. Si accorse di aver oltrepassato un po’ quella della zia e tornò indietro, sorridendo a se stesso. Quando entrò nel vestibolo semibuio, il maggiordomo gli disse che tutti erano già a tavola. Affidò cappello e bastone a uno dei servitori e passò in sala da pranzo. – In ritardo, come al solito, Harry – gli gridò sua zia, scotendo la testa. Inventò una scusa qualunque e, sedutosi al posto vuoto accanto a lei, diede un’occhiata in giro per vedere chi c’era. Dall’estremità della tavola, Dorian Gray lo salutò timidamente, mentre le guance gli s’imporporavano di piacere. Di fronte a lui c’era la Duchessa di Harley, signora di buon carattere e di buon umore, simpatica a tutti quanti la conoscevano, dotata di quelle ampie proporzioni architettonic