Capitolo primo-2

2360 Words
– E Lady Brandon come descrisse questo giovane meraviglioso? chiese il suo compagno. – So che ha l’abitudine di dare un rapido "précis" di tutti i suoi invitati. Mi ricordo che una volta mi portò da un vecchio signore truculento e tutto rosso in faccia, coperto di nastri e di decorazioni dalla testa ai piedi, e mi sibilò nell’orecchio i dettagli più stupefacenti, in un tragico sussurrìo che deve essere stato sentito perfettamente da tutti quelli che si trovavano nella stanza. Io tagliai la corda. Le persone mi piace scoprirle da me. Ma Lady Brandon tratta i suoi ospiti come il commissario di un’asta tratta le sue mercanzie: o li spiega completamente, oppure riguardo a loro ti dice tutto, eccetto quello che bisognerebbe sapere. – Povera Lady Brandon! Come sei crudele con lei, Harry! – disse distrattamente Hallward. – Mio caro, lei ha provato a fondare un "salon" ed è riuscita solo ad aprire un ristorante. Vorresti che l’ammirassi? Ma dimmi, che disse del signor Dorian Gray? – Oh, qualcosa come "ragazzo delizioso – la sua povera cara mamma ed io assolutamente inseparabili – oh, sì, suona il piano oppure il violino, Mister Gray?". Né lui né io potemmo frenare il riso, e diventammo subito amici. – Il riso non è un brutto modo per cominciare un’amicizia, e è sicuramente il miglior modo di finirla – disse il giovane Lord, cogliendo un’altra margherita. Hallward scosse il capo. – Tu non capisci che cosa sia l’amicizia, Harry – mormorò, – e del resto neppure che cosa sia l’inimicizia. Tutti ti piacciono, cioè tutti ti sono indifferenti. – Questo è terribilmente ingiusto! – esclamò Lord Henry, spingendosi all’indietro il cappello e guardando in su, verso le nuvolette, simili a gomitoli arruffati di lucida seta bianca, che navigavano nella volta turchese del cielo estivo. – Sì, è terribilmente ingiusto da parte tua. Io faccio una gran differenza tra una persona e un’altra. Scelgo gli amici per la loro bellezza, i conoscenti per il loro buon carattere e i nemici per la loro intelligenza. Non ho un solo nemico che sia uno stupido: sono tutti uomini che possiedono un certo potere intellettuale e di conseguenza mi apprezzano tutti. È una forma di vanità, questa? Sì, credo che in fondo sia una vanità. – Lo credo anch’io, Harry. Però, in base alla tua classificazione, io dovrei essere un semplice conoscente. – Caro il mio vecchio Basil, tu sei ben più che un conoscente. – E molto meno che un amico. Una specie di fratello, non è vero? – Oh, i fratelli! I fratelli non mi interessano. Il mio fratello maggiore non vuole morire e quelli minori sembra che non facciano altro. – Harry! – esclamò Hallward, facendosi scuro in volto. – Caro amico, non parlo completamente sul serio; però non posso fare a meno di detestare i miei parenti. Penso che dipenda dal fatto che nessuno di noi riesce a sopportare che gli altri abbiano gli stessi nostri difetti. Capisco perfettamente la rabbia della democrazia inglese contro quelli che chiamano i vizi delle classi elevate. Le masse pensano che l’ubriachezza, la stupidità e l’immoralità debbano essere una loro proprietà esclusiva e che quando uno di noi fa una sciocchezza è come se andasse a caccia nella loro riserva. Quando il povero Southwark comparve davanti al Tribunale dei Divorzi la loro indignazione fu davvero magnifica: eppure credo che neppure il dieci per cento del proletariato conduca una vita decente. – Non sono d’accordo con una sola delle parole che hai detto, e ciò che è peggio, Harry, sono sicuro che non sei d’accordo neppure tu. Lord Henry si accarezzò l’aguzza barbetta bruna e si batté la punta delle scarpe di coppale con un bastone da cui pendevano delle palline d’ebano. – Come sei Inglese, Basil! È la seconda volta che fai quest’osservazione. Quando si espone un’idea davanti a un vero Inglese, cosa che è sempre imprudente, l’Inglese non si sogna mai di considerare se l’idea è giusta o sbagliata. La sola cosa alla quale attribuisce importanza è se colui che la formula ci crede lui stesso. Ma il valore di un’idea è assolutamente indipendente dalla sincerità dell’uomo che la espone; anzi è probabile che quanto meno l’uomo è sincero, tanto più intelligente sia l’idea, perché in quel caso non prende il colore né delle sue aspirazioni, né dei suoi desideri, né dei suoi pregiudizi. Ma non ho intenzione di discutere con te di politica, di sociologia o di metafisica. Le persone mi piacciono più dei principii, e le persone che non hanno principii mi piacciono più di qualunque altra cosa al mondo. Parlami ancora del signor Dorian Gray. Lo vedi spesso? – Tutti i giorni. Non mi sentirei felice se non lo vedessi tutti i giorni. Mi è assolutamente necessario. – È straordinario! Credevo che tu non ti saresti mai interessato a niente eccetto che alla tua arte. – Lui ora è per me tutta la mia arte – disse gravemente il pittore. – A volte penso che nella storia del mondo ci sono solo due eventi che hanno una qualche importanza. Uno è la comparsa di un nuovo mezzo a disposizione dell’arte; l’altro è la comparsa di una personalità nuova, sempre ai fini dell’arte. Quello che per i Veneziani fu l’invenzione della pittura a olio, il volto di Antinoo fu per la tarda scultura greca e il volto di Dorian Gray sarà un giorno o l’altro per me. Non è solo perché lo dipingo, lo disegno, lo schizzo. Naturalmente ho fatto tutte queste cose; ma per me egli è molto più che un modello. Non ti dirò che sono insoddisfatto di quello che ho fatto di lui, né che la sua bellezza è tale che l’arte non può esprimerla. Non esiste nessuna cosa che l’arte non possa esprimere; e so bene che quello che ho fatto dopo aver conosciuto Dorian Gray è buono, è quanto di meglio abbia fatto in vita mia. Ma, in un modo curioso, – mi chiedo se mi capirai – la sua personalità mi ha suggerito un modo completamente nuovo nell’arte, uno stile completamente nuovo; vedo le cose, penso le cose in modo diverso; posso oggi ricreare la vita in una maniera che prima non conoscevo. "Sogno di forma in giorni di pensiero" – chi è che ha detto cosi? Non ricordo; ma questo è quello che Dorian Gray è stato per me. La semplice presenza visibile di quel ragazzo, dato che a me pare poco più che un ragazzo, benché in realtà abbia più di vent’anni, la semplice sua presenza visibile – ah, mi chiedo se puoi renderti conto di tutto quello che significa? Egli traccia per me, inconsciamente, le linee di una nuova scuola, una scuola che dovrà avere in sé tutta la passione dello spirito romantico e tutta la perfezione dello spirito ellenico. L’armonia del corpo e dell’anima – quale immenso valore è in essa! Noi nella nostra stupidità abbiamo separato le due cose e abbiamo inventato un realismo che è volgare e un idealismo che è vuoto. Se tu sapessi, Harry, che cosa è per me Dorian Gray! Ti ricordi di quel mio paesaggio per il quale Agnew mi offrì un prezzo così enorme, ma dal quale non volli separarmi? È una delle cose migliori che io abbia fatto; e perché? Perché Dorian Gray era seduto vicino a me mentre lo dipingevo. Da lui a me passava un qualche influsso sottile e per la prima volta in vita mia vedevo in quel semplice paesaggio boscoso il miracolo che avevo sempre cercato, senza mai riuscire a trovarlo. – Basil, è straordinario! Bisogna che io veda Dorian Gray. Hallward si alzò e passeggiò su e giù per il giardino. Dopo un po’ tornò indietro. – Harry – disse, – Dorian Gray per me è semplicemente un motivo d’arte. Tu forse non vedrai niente in lui: io in lui vedo tutto. Non è mai tanto presente nella mia opera come quando di lui non c’è nessun’immagine. È, come ti ho detto, un suggerimento di una maniera nuova: lo ritrovo nella curva di certe linee, nella grazia e nella finezza di certi colori. Ecco tutto. – Allora perché non vuoi esporre il suo ritratto? – domandò Lord Henry. – Perché, senza averne l’intenzione, ci ho messo in una certa misura l’espressione di tutta questa strana idolatria artistica della quale, naturalmente, non ho mai voluto parlare a lui. Lui non ne sa niente e non ne saprà mai niente. Ma la gente potrebbe indovinarlo; e io non voglio mettere a nudo la mia anima davanti alla superficiale curiosità dei suoi occhi. Il mio cuore non finirà mai sotto il microscopio. C’è troppo di me stesso in quel quadro, Harry; troppo di me stesso! – I poeti non hanno tanti scrupoli; sanno quanto la passione sia utile alla pubblicità. Al giorno d’oggi un cuore spezzato tira parecchie edizioni. – Per questo li odio – gridò Hallward. – Un artista dovrebbe creare delle cose belle, ma senza mettervi niente della sua anima. Viviamo in un tempo in cui la gente tratta l’arte come se questa dovesse costituire una forma di autobiografia. Abbiamo perso il senso astratto della bellezza. Voglio mostrare al mondo, un giorno, che cosa sia quel senso; e è per questo che il mondo non vedrà mai il mio ritratto di Dorian Gray. – Penso che tu abbia torto, Basil; ma non voglio discutere con te. Discutono soltanto quelli che sono intellettualmente perduti. Ma dimmi: Dorian Gray ti vuole molto bene? Il pittore rifletté un momento. – Gli piaccio – rispose dopo una pausa; – so che gli piaccio. Naturalmente lo adulo in un modo spaventoso; sento uno strano piacere nel dirgli certe cose, pur sapendo che mi pentirò di avergliele dette. Con me di solito è delizioso e ce ne stiamo seduti nello studio a parlare di mille cose; a volte però non ha nessun riguardo e sembra divertirsi a farmi dispiacere. Allora, Harry, ho la sensazione di aver dato la mia anima a qualcuno che la tratta come se fosse un fiore da mettere all’occhiello, una decorazione che lusinga la sua vanità, un ornamento per una giornata d’estate. – Le giornate d’estate sono alquanto lunghe, Basil – mormorò Lord Henry. – Forse sarai tu il primo che si stancherà. È doloroso pensarlo, ma non c’è dubbio che il genio dura più a lungo della bellezza; e questo spiega il fatto che tutti noi facciamo tanti sforzi per istruirci all’eccesso. Nella lotta selvaggia per l’esistenza, vogliamo avere qualche cosa che duri e così riempiamo la nostra mente di ciarpami e di fatti, nella stupida speranza di riuscire a conservare il nostro posto. L’uomo perfettamente al corrente è una cosa spaventosa; assomiglia a una bottega di rigattiere, piena di mostri e di polvere, dove a ogni cosa è attribuito un prezzo superiore al suo valore. Però credo che sarai tu il primo che si stancherà. Un giorno nel guardare il tuo amico ti sembrerà che sia un po’ mal disegnato, o non ti piacerà la tonalità del suo colore o un’altra cosa qualsiasi. In cuor tuo gliene farai aspri rimproveri e penserai seriamente che si è comportato molto male con te. Quando verrà a trovarti la volta dopo, sarai assolutamente freddo e indifferente: e sarà un gran peccato, perché questo ti cambierà. Quello che mi hai raccontato è un vero romanzo, un romanzo d’arte, si potrebbe dire; e l’inconveniente di avere un romanzo di qualsiasi tipo consiste nel fatto che dopo si rimane così poco romantici. – Harry, non dir così. La personalità di Dorian Gray mi dominerà finché vivo. Tu non puoi sentire quello che sento io; sei troppo volubile. – Ah, mio caro Basil, proprio per questo posso sentirlo. Quelli che sono fedeli conoscono soltanto il lato triviale dell’amore; sono gli infedeli quelli che ne conoscono le tragedie. – E Lord Henry accese un fiammifero sfregandolo contro un piccolo astuccio d’argento e cominciò a fumare una sigaretta, con un’aria presuntuosa e soddisfatta, come se avesse riassunto il mondo intero in una frase. Nelle verdi foglie laccate dell’edera c’era un fruscìo di passeri cinguettanti e sull’erba le ombre azzurre delle nuvole si rincorrevano come rondini. Com’era piacevole quel giardino! e come erano deliziose le emozioni degli altri! Ben più deliziose, a suo parere, delle idee degli altri! La sua anima e le passioni dei suoi amici, ecco le cose affascinanti nella vita. Con un silenzioso divertimento si raffigurò la colazione noiosa alla quale era mancato per essersi trattenuto tanto a lungo con Basil Hallward. Se fosse andato da sua zia vi avrebbe incontrato senza dubbio Lady Hoodbody e la conversazione si sarebbe aggirata sull’alimentazione dei poveri e sulla necessità di case popolari modello. Ogni classe avrebbe predicato l’importanza di quelle virtù delle quali la sua vita non rendeva necessario l’esercizio; i ricchi avrebbero parlato del valore del risparmio, gli oziosi avrebbero fatto sfoggio di eloquenza circa la dignità del lavoro. Aver evitato tutto questo era una delizia. Pensando a sua zia sembrò che un’idea lo colpisse. Si girò verso Hallward e disse: – Mio caro, ora mi ricordo. – Ti ricordi che cosa, Harry? – Dove ho sentito il nome di Dorian Gray. – Dove? – chiese Hallward, aggrottando leggermente le sopracciglia. – Non fare quella faccia arrabbiata, Basil. A casa di mia zia, Lady Agatha. Mi disse che aveva scoperto un giovanotto meraviglioso, che doveva aiutarla nell’East End, che si chiamava Dorian Gray. Debbo dichiarare che non mi disse mai che era così bello. Le donne non apprezzano la bellezza, almeno le donne buone. Mi disse che era molto serio e che aveva un carattere eccellente. Immaginai subito un tipo occhialuto, coi capelli rossi, orrendamente lentigginoso, con di un paio di piedi enormi. Mi dispiace di non aver saputo che si trattava del tuo amico. – Io ne sono contentissimo, Harry. – E perché? – Non voglio che tu lo conosca. – Non vuoi che lo conosca? – No. – Il signor Dorian Gray è nello studio – disse il servitore uscendo nel giardino. – Ora mi dovrai presentare – gridò con una risata Lord Henry. Il pittore si girò verso il domestico che stava, un po’ abbagliato, nel chiarore del sole. – Pregate il signor Gray di aspettare, Parker; verrò dentro tra un minuto. Il servitore si inchinò e cominciò a risalire il vialetto. Egli allora fissò Lord Henry. – Dorian Gray è il mio più caro amico – disse. – È una natura semplice e bella; tua zia aveva perfettamente ragione in quel che disse di lui. Non lo guastare. Non provarti a influenzarlo. La tua sarebbe un’influenza cattiva. Il mondo è grande e contiene molte creature meravigliose. Non allontanare da me l’unica persona che dà alla mia arte tutto il fascino che questa possiede. La mia vita di artista dipende da lui. Bada, Harry: mi fido di te. – Parlava molto lentamente e pareva che le parole gli uscissero di bocca quasi suo malgrado. – Quante sciocchezze stai dicendo! – disse Lord Henry con un sorriso e, prendendo Hallward a braccetto, quasi lo spinse in casa.
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