Capitolo settimo Quella sera, chi sa perché, la sala era affollata e il grasso impresario ebreo che li ricevette alla porta era tutto raggiante d’un sorriso tremulo e untuoso. Li guidò fino al loro palco con una specie di umiltà pomposa, agitando le grasse mani ingioiellate e parlando a voce altissima. Dorian Gray lo detestava più del solito. Gli sembrava di essere venuto a trovare Miranda e di essere stato ricevuto da Calibano. Lord Henry, invece, sentiva una certa simpatia per lui, o almeno così disse, e insisté per stringergli la mano, assicurandolo che era fiero di fare la conoscenza di un uomo che aveva scoperto un autentico genio e che aveva fatto fallimento per un poeta. Hallward si divertiva a guardare le facce in platea. Il caldo era terribilmente opprimente e l’enorme lampadario