14. Sei mesi più tardi Isabelle Atterrai su Asteropesus quando era mattino presto. Era un satellite nel sistema planetario di Bona Dea, uno dei pochi porti franchi tra Societas Intermundi e Secessione. Allo spazioporto noleggiai una navetta di superficie e inserii nel navigatore le coordinate del settore che intendevo raggiungere. Ero nervosa, con lo stomaco annodato, e quasi non vidi nulla di ciò che sorvolai. Mi restò solo l’impressione di infinite distese rosee di grano, fattorie isolate, centri abitati piccoli e graziosi. Poi colline beige, una catena montuosa, un gigantesco lago (o forse era mare) e altre distese di coltivazioni. Scesi di quota e sorvolai più da vicino quei campi. Dovevo essere quasi arrivata. Il mio cervello era così pieno di pensieri che quasi non mi ero resa
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