Introduzione
Introduzione
In un'epoca in cui la nostra letteratura si districa tra le esperienze della Scapigliatura, del Classicismo, del Verismo e del Naturalismo, con i loro affermati capolavori, in silenzio e lontano dal frastuono dei salotti e dei caffè letterari, ma in compagnia dei suoi tantissimi lettori che lo seguono a puntate sui giornali, scrive Emilio Salgari, uno dei primi scrittori che si può definire, oggi, forse il primo vero autore di "fiction moderne".
Vivendo una esistenza tutt'altro che felice e serena, e, per puro spirito di sopravvivenza, Salgari è costretto a scrivere un'ingente mole di racconti fantastici e romanzi d'avventura che hanno allietato i lettori di fine Ottocento fino al giorno del suo triste epilogo nel 1911.
I suoi capolavori, ambientati per lo più in Oriente, e su tutti i mari del globo, rappresentano tutt'ora una fonte inesauribile di ispirazione per il cinema e la televisione offrendo spunti e temi ancora validi.
Avventurieri, pirati, soldati, marinai, donne bellissime riempiono le pagine di scenari favolosi e di episodi tragici, ma anche comici e grotteschi.
Ancor oggi alcuni critici intravedono le influenze salgariane negli "spaghetti western" all'italiana di Sergio Leone e nella famosa serie di Indiana Jones, soprattutto nell'esplorazione del mondo e nelle virtù civili della lealtà, del coraggio, dell'amicizia e della fedeltà.
E ancora, Fellini, Umberto Eco, Gabriel Márquez, Isabel Allende, Carlos Fuentes, Jose Luis Borges, Pablo Neruda, sono tra scrittori e registi famosi che hanno amato e in qualche misura hanno preso ispirazione dai libri di Emilio Salgari.
Che Guevara lesse 62 dei suoi libri e il suo biografo, Paco Ignacio Taibo II, evidenziò addirittura che il suo antimperialismo poteva avere "origini salgariane".
Infine, come non ricordare due grandi romanzi d'avventura: "Le Tigri della Malesia" e "Il Corsaro Nero", che hanno ispirato tutta la filmografia moderna sulle storie di pirati, dal cinema americano a quello europeo. Da "Pirates" di Roman Polansky a "Capitan Uncino", tutto fa rivivere le ambientazioni ed i personaggi salgariani.
Ma l'elemento distintivo e fondante delle sue opere, resta il "il viaggio", inteso come esperienza di conoscenza e di crescita umana in tutti i sensi.
Quel viaggio che nell'Ottocento era rappresentato in un primo momento dal "Gran Tour" da parte di filosofi e letterati, poi da scienziati che facevano ritorno dalle esplorazioni, e che tornando a casa avevano provato nuove esperienze ed avevano conosciuto le radici dell'esistenza: il sacrificio, la paura, l'amore, il bello, l'arte, le tradizioni, i grandi ideali e valori con i quali poter affrontare la vita.
Ed è proprio al viaggio che Salgari dedica la maggior parte delle narrazioni, creando atmosfere particolari che appaiono sempre più come riflessi interiori dell’animo umano, e che incarnano i sentimenti contrastanti delle varie stagioni della vita.
Il viaggio è uscire fuori dal mondo conosciuto per esplorare ciò che non si conosce, ossia l'altro, ma allo stesso tempo è un viaggio dentro di sé in cerca della verità e della maturazione spirituale. Ma il viaggio della conoscenza si può effettuare solo attraverso il sacrificio, il coraggio, la lealtà, la fedeltà e la giustizia.
E da ciò traspare tutto l'insegnamento dell’opera salgariana che pur caratterizzandosi come genere d'intrattenimento non scade mai nel frivolo e nel superficiale, al contrario mostra sempre al lettore la rotta della virtù.
In tale contesto si innesta questa raccolta di novelle incentrate sulla figura grottesca di papà Catrame, come lo chiamano simpaticamente i giovani lupicini di mare, vecchio marinaio ed esperto mastro di bordo che incarna tutti i vizi e le virtù della gente di mare; gente esperta e orgogliosa, spesso semplice, ma che teme e rispetta il mare.
Mastro Catrame al calar della sera, disteso su un barile di Cipro, racconta le sue avventure ai giovani marinai che lo ascoltano con interesse e stupore, e talora con paura e sgomento. Ma a contrastarlo c'è il comandante, che smonta di volta in volta i racconti misteriosi e fantastici con spiegazioni razionali e scientifiche. In realtà il vecchio marinaio vuole trasmettere ai giovani il proprio bagaglio di esperienze e di conoscenze attraverso la fantasia che domina da secoli il mondo del mare.
Anche qui Salgari contrappone, lungo la strada del viaggio verso la conoscenza, la ragione e la scienza alla mitologia, ed alle tradizioni di un mondo che sta per scomparire con l'avanzare del progresso, ma che conserva un grande fascino.
Ne è esempio l'ultima apparizione di mastro Catrame che, pur smentito ripetutamente, chiede al giovane marinaio che sta per sbarcare di raccogliere le sue memorie e di metterle per iscritto.
Un finale commovente di un vecchio che dice ad un giovane: ricordati di onorare le antiche tradizioni del mare, e ama la vita e non rinunciare mai a sognare!