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Tarzan al centro della Terra

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David Innes, l’Imperatore di Pellucidar, è prigioniero dei Korsar. Sulla Terra esterna viene organizzata una spedizione per portarlo in salvo, e a capo della spedizione viene chiamato Tarzan, il Re delle Scimmie.Attraverso un passaggio al Polo Nord la spedizione raggiunge in dirigibile la terra interna ma qui il gruppo si divide e Tarzan smarrisce i suoi compagni, trovandosi da solo ad affrontare le terribili belve di Pellucidar.Quarto capitolo del ciclo di Pellucidar, e cross-over con Tarzan, per la prima volta in italiano.

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Prefazione
PrefazionePellucidar, come ogni studente sa, è un mondo all’interno del mondo, che si stende sulla superficie interna di quella sfera cava che è la Terra. Fu scoperto da David Innes e Abner Perry quando partirono per una spedizione per collaudare lo scavatore meccanico inventato da Perry, con cui speravano di individuare nuovi giacimenti di antracite. A causa, però, della loro incapacità di deviare il muso dello scavatore, dopo che aveva iniziato la discesa nella crosta terrestre, sprofondarono in linea retta per cinquecento miglia, e il terzo giorno, quando Perry era già incosciente a causa dell’esaurimento della loro scorta di ossigeno, e David stava perdendo velocemente coscienza, il muso dello scavatore sfondò la crosta del mondo interno e la cabina si riempì di aria fresca. Negli anni successivi, strane avventure accaddero a questi due esploratori. Perry non fece mai ritorno alla crosta esterna, e Innes solo una volta, nell’occasione in cui intraprese il difficile e pericoloso viaggio a ritroso nello scavatore, con lo scopo di riportare nell’Impero, che aveva intanto fondato nel mondo interno, i mezzi per far progredire il suo popolo primitivo dall’età della pietra alla civiltà del XX secolo. Ma con battaglie contro uomini primitivi e animali e rettili ancora più primitivi, il progresso dell’impero di Pellucidar verso la civiltà fu molto lento: e nella maggior parte della grande area del mondo interno o per gli innumerevoli milioni dei suoi esseri di un’epoca diversa dalla nostra, David Innes e Abner Perry è come se non fossero mai esistiti. Se si considera che queste aree di terra e acqua, sulla superficie di Pellucidar, sono in rapporto inverso alle stesse aree sulla crosta esterna, ci si può fare una piccola idea della vasta estensione di questo immenso mondo all’interno del mondo. L’area delle terre emerse del mondo esterno comprende circa 53 milioni di miglia quadrate e un quarto dell’area totale della superficie della Terra; mentre a Pellucidar i tre quarti della superficie sono terra, di modo che giungla, montagna, foresta e pianura si estendono interminabilmente su 124.110.000 miglia quadrate; neppure gli oceani con la loro superficie di 41.370.000 miglia quadrate sono trascurabili o di scarsa estensione. Pertanto, considerando solo la superficie delle terre, abbiamo la strana anomalia di un mondo più vasto all’interno di uno più piccolo, ma d’altronde Pellucidar è un'anmalia rispetto a ciò che noi della crosta esterna siamo giunti ad accettare come leggi inalterabili della natura. Nel centro esatto della terra è sospeso il sole di Pellucidar, piccolo rispetto al nostro, ma sufficiente per illuminare Pellucidar e inondare la sue affollate giungle con calore e raggi vivificanti. Così a causa del suo sole situato perennemente allo zenit, non c’è notte su Pellucidar, ma sempre un infinito eterno mezzogiorno. Non essendoci nessuna stella e nessun apparente movimento del sole, Pellucidar non ha punti cardinali di riferimento; né ha un orizzonte, poiché per l’osservatore la sua superficie s’incurva sempre verso l’alto in tutte le direzioni, in modo che, per quanto lontano la vista si estenda su pianura o mare o montagna, andrà verso l’alto fino a perdersi nell’offuscamento dovuto alla distanza. E ancora, in un mondo dove non ci sono il sole, le stelle e la luna come li conosciamo, non ci può essere una cosa come il tempo, così come lo conosciamo. E così, a Pellucidar, abbiamo un mondo senza tempo che deve necessariamente essere libero da quei nocivi concetti, che ci assillano costantemente a essere come “la piccola ape operosa” e sul fatto che “il tempo è denaro”. Mentre il tempo può essere “l’anima di questo mondo” e “l’essenza dei contratti,” nell’esistenza beata di Pellucidar non è niente e meno di niente. Tre volte in passato noi del mondo esterno abbiamo ricevuto comunicazioni da Pellucidar. Sappiamo che il primo grande dono di civilizzazione portato da Perry all’età della pietra fu la polvere da sparo. Sappiamo che a questa seguirono fucili a ripetizione, piccole navi da guerra su cui erano montati cannoni di piccolo calibro, e, infine, sappiamo che perfezionò una radio. Conoscendo Perry come una sorta di scienziato, non siamo stati sorpresi di apprendere che la sua radio non poteva essere sintonizzata su nessuna lunghezza d’onda conosciuta del mondo esterno, e ci volle perciò il giovane Jason Gridley di Tarzana, che faceva esperimenti con la sua Onda Gridley di recente scoperta, per ricevere il primo messaggio da Pellucidar. L’ultima notizia che abbiamo ricevuto da Perry, prima che i suoi messaggi si interrompessero, fu in effetti che David Innes, primo imperatore di Pellucidar, languiva in una prigione buia nella terra dei Korsar, lontano, oltre il continente e l’oceano, dalla sua amata terra di Sari, che si trova su un grande altopiano nell’interno, non lontano dal Lural Az.

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