Maria Eduarda
La notte arrivò così in fretta che non me ne accorsi nemmeno. Dopo lo spettacolare pranzo organizzato dalla governante di Leon, andammo in salotto, dove c'era uno di quei televisori giganti, ci sedemmo e lui mi abbracciò, mentre guardavamo la serie che voleva mostrarmi, e alla fine mi appassionai anch'io. La serie era davvero bella, ma credo che fossi così stanca che finii per dormire tra le sue braccia. È stato molto bello, la giornata è stata molto faticosa.
Quando mi sveglio, non so dove sono e vedo tutto buio. Finisco per avere paura, non sapendo se stavo sognando o ero sveglio. Mi siedo dritto in quello che immagino essere un letto e comincio a cercare qualcosa da accendere, brancolando per vedere se riesco a trovarlo. Quando trovo un filo, capisco che potrebbe essere il paralume e lo tocco finché non trovo il pulsante per accenderlo. Non ci vuole molto, riesco ad accenderla e respiro con sollievo quando vedo che sono di nuovo nel letto di Leon.
Il mio cuore ricomincia a battere normalmente, il che mi fa sentire più tranquillo. Sento respirare, mi giro e mi trovo faccia a faccia con un Leon completamente rilassato, che dorme così serenamente accanto a me.
Ero un po' confuso su come fossimo finiti lì. L'ultima cosa che ricordo è che stavamo guardando lo spettacolo e poi devo aver perso i sensi.
Deve essere molto tardi e Vane deve essere preoccupato. Cerco di ricordare dove ho messo il cellulare; l'ultima volta era nelle mani di Leon, poi l'ho completamente dimenticato. Sento un rumore dal cellulare e mi accorgo che è su un tavolo che non avevo nemmeno notato. Quando faccio per alzarmi, sento il letto muoversi e noto che Leon si sposta e si mette a sedere. Ciò che attira la mia attenzione è vedere che è a torso nudo, e rimango senza fiato, è magnifico.
- Cosa c'è, mia regina, non riesci a dormire?
- Credo di aver dormito, non ricordo di aver fatto brutti sogni", rabbrividisco, Leon se ne accorge e ci getta addosso la coperta. Rimaniamo così, vicini, riscaldandoci a vicenda.
- Poi cerchiamo di dormire ancora un po'.
- Sono preoccupato per l'ora.
- Beh, deve essere già l'alba.
- Come sarebbe a dire che deve essere l'alba?
- Mia regina, è l'alba!
- Leon, devo andare a casa!
- State tranquilla, mia regina", fa spallucce.
- Come sarebbe a dire: stai tranquilla?
- Sì, stai tranquilla, tua sorella sa già che dormirai qui stanotte.
- Serio?
- Sì, molto grave!
- E cosa ha detto Vanessa?
- Di prendersi cura di te.
- Ah sì? E cos'altro?
- Ha detto che se non mi prenderò cura di te, taglierà fuori la mia amica.
- Amica?
- Sì, questo amico! - indica il suo grembo, e si vedeva che era sollevato, il che significa che Leon era eccitato.
- E hai preso bene questa minaccia? - Scherzo, curioso di vedere com'era il suo cazzo.
- Oh sì, l'ho presa molto bene, nessuno farà nulla alla mia preziosità.
- Oh, il suo cazzo è molto prezioso, vero?
- Sì, è il tuo bene più prezioso, perché il mio bene più prezioso sei tu! - In questo momento il mio cuore quasi smette di battere solo a sentire queste parole.
- Mio Dio, amico!
- Ho detto qualcosa di sbagliato?
- Hai detto la cosa più bella! - Dico, sopraffatto dall'emozione, e mi accorgo che la tensione che c'era sul suo volto è sparita.
- Ehi, non piangere", si siede di nuovo sul letto e mi tira tra le braccia, dove mi sdraio contro il suo petto, usandolo come cuscino.
- Non piango per tristezza, ma piuttosto per il modo in cui mi tratta.
- Spero che tu dica che non ti maltratto", scherza, e io rido.
- No, sono estremamente fortunato ad averti trovato sulla mia strada.
- Avevo paura", mi confessa all'improvviso, e io sollevo la testa, sentendo le sue mani correre lungo la mia schiena e accarezzarmi.
- Perché?
- So che hai problemi a dormire", dice con cautela, e io appoggio la testa sul suo petto, ascoltando il battito rapido del suo cuore.
- Sì, è così.
- So che è la prima volta che dormi con un uomo sconosciuto in un letto.
- Sì, è vero", gli metto una mano sul petto, accarezzandolo.
- E non hai paura di me?
- Di te? Sei una persona speciale che sono fortunata ad avere nella mia vita.
- Ti amo!
- Anch'io ti amo! - Sento gli occhi riempirsi di nuovo di lacrime.
- Ti ho detto che non voglio che tu pianga di nuovo.
- Ti prometto che non lo farò", dico sorridendo, e lui mi tira di nuovo tra le braccia e mi bacia così teneramente che le lacrime si liberano ancora e non riesco a controllarle.
- Sei la donna più importante della mia vita!
- E tua madre?
- Oh, anche lei è molto speciale nella mia vita, solo che voglio sposarti presto.
- Leon, calmati!
- Certo che ci calmiamo. Dalla tua espressione, ti ho spaventato.
Ridacchio nervosamente e confesso, un po' sgarbatamente:
- Sì!
- So che per te è tutto nuovo e non voglio forzare nulla.
- Lo so bene. Ed è per questo che ti amo così tanto", dichiaro, sdraiandomi tra le sue braccia.
- Mi dispiace davvero di averti spaventato.
- È tutto nuovo, non avrei mai immaginato di trovare l'amore!
- Mio Dio, come puoi pensare una cosa del genere?
- Leon, non credo di essere degno di essere amato.
- Non dire mai queste sciocchezze!
- Non sono sciocchezze, Leon, ho fatto cose di cui mi vergogno.
- Non devi vergognarti di nulla.
- Oh, sì, invece! E penso che quando te lo dirò, non mi vedrai di buon occhio.
- Niente di quello che mi dirà mi farà guardare a lei in modo diverso. Ho anche qualcosa da dirle.
- C'è un problema?
- Ricordi quella volta che mi hai preso in braccio all'ingresso e io ero al telefono?
- Oh, sì, mi ricordo, hai detto che non era niente.
- Sì, è esattamente quello che ho detto", dice senza mezzi termini.
- E vuoi davvero dirmelo?
- Certo, mia regina! Laura mi ha chiamato.
- Stai parlando della tua ex ragazza?
- Sì, è così.
- E cosa voleva? - Chiedo, curiosa e anche gelosa del mio uomo.
- Parlare delle stesse cose.
- E questa merda sarebbe...?
- Ha detto che è incinta di mio figlio", dice lui, e io lo guardo scioccata, e lui, vedendomi sbalordita, parla velocemente: "Mia regina, non è incinta di mio figlio!
- Come sarebbe a dire che non è incinta di tuo figlio? - Chiedo, scioccata e non capendo tutta questa cazzo di storia. Ero spaventata a morte che fosse tutto vero.
- Non può essere incinta di me perché usiamo sempre il preservativo.
Ma questo non mi rassicura.
- Leon, sei sicuro?
- Certo che lo sono, mia regina! Non sono mai stato un santo, ma in tutti i miei rapporti sessuali ho sempre preteso il preservativo.
- Quindi non c'è nessuna possibilità di avere un piccolo Leon nella pancia del tuo ex?
- No, mia bellissima regina, l'unica persona che può concepire il nostro piccolo Leon e il nostro piccolo Dud sei tu!
- Che paura, Leon!
- Non potevo nascondertelo", si difende.
- Ok, è vero. Non hai nient'altro da dirmi, vero?
- No, non preoccuparti", tiro un sospiro di sollievo.
- Bene, anch'io non voglio continuare a incontrare le tue ex puttane.
- Um... - sorride.
- Hm cosa?
- Sei geloso.
- Non lo sono! - Mento.
- No, mia regina, non puoi mentirmi.
- Stronzo! - Rispondo e mi sdraio supina verso di lui. Sento le sue braccia intorno a me, che mi stringono. Stavo morendo di gelosia nei suoi confronti e avevo ancora paura che l'ex prostituta lo cercasse.
- Ti amo, mia regina, non devi essere gelosa, sono tuo! - dichiara, e mi tira tra le braccia.
- Mi dispiace!
- Scusarti per cosa?
- Sto morendo di gelosia e anche di paura.
- Non devi essere geloso di me. Anch'io sono geloso di te e ho paura.
- Tu, geloso e spaventato?
- Sì, sono geloso degli uomini che ti guardano e ti desiderano", dice in tono possessivo.
- Non li ho mai guardati", lo avverto, scioccata ed eccitata dal modo in cui mi guardava.
- Non è necessario, basta uscire per strada o anche solo aprire il tuo bel sorriso e gli uomini ti vorranno.
- Quindi siamo molto simili.
- Non siamo simili, siamo anime gemelle", dichiara, e mi tira di nuovo tra le braccia, baciandomi appassionatamente. Il mio cuore, poverino, continua a battere a un ritmo pazzesco, come se stessi per avere un infarto, con l'insorgere di tanti sentimenti e sensazioni.
- Ti amo, Leon!
- Anch'io, mia regina. Ora andiamo a dormire, perché domani sarà una lunga giornata", mi bacia di nuovo e lì, tra le sue braccia, finalmente faccio un sonno profondo e tranquillo come non ne facevo da mesi.