22Monastero di Santa Caterina, ore 09.30 Prima di raggiungere le mura della fortezza, vi era un ossario, un piccolo edificio in cui erano conservate le ossa e i teschi dei monaci rimasti uccisi a causa degli attacchi durante la dominazione araba e prima della benedizione Maomettana. Alla sua destra una piccola oasi offriva un po’ d’ombra, si sedettero su una roccia sotto un gigantesco albero che provocò un’escursione termica che fece rabbrividire la schiena di Santini. Ben presto, però, si rese conto che quel tremito non era dettato dal freddo bensì da una sensazione di pericolo, quella indefinibile percezione che le donne chiamavano sesto senso, qualcun altro poteri sensoriali, altri ancora veggenza. Santini la chiamava istinto di conservazione. Lo percepiva non come una cosa imminente,