Tirai fuori la scatola e fui quasi sul punto di farla cadere tanto mi aveva colto di sorpresa quel contatto. La portai sullo scrittoio. Sue Ellen si avvicinò, lesse lo strano e sconosciuto titolo scritto a mano, alzò gli occhi al cielo, pensò, aggrottò le sopracciglia e infine annuì.
“Dev’essere questo per forza. Ci ho riflettuto bene: non lo conosco.”
Afferrò i bordi del coperchio per aprirlo, ma ritrasse subito le mani. Mi guardò, seccata.
“Cazzo! È gelida!”
Il tempo stringeva, riuscivo quasi a percepire l’inesorabile scorrere della sabbia nella clessidra. Vincendo il senso di freddo e disgusto che ci ispirava la scatola, l’aprimmo e tirammo fuori tutto il contenuto. Trovammo otto taccuini Moleskine e un plico corposo di fogli dattiloscritti. Ogni taccuino recava un nome scritto a pe
