7. «Non so se alla fine riuscirò a usare quest’intervista, ma non si può sapere, giusto? Vorrei finirla comunque». «Non ho nulla contro. Mi piace parlare con te». Erano spaparanzati su una specie di doppia chaise longue in una delle innumerevoli stanze dell’appartamento di Byron, una camera che aveva tutto l’aspetto di essere un’alcova. Un talamo, o più probabilmente uno scannatoio. Insomma, un ambiente che Byron usava per scopare. Il soffitto era coperto da uno specchio, le pareti – unico esempio in tutta la casa – non erano bianche, ma di un rilassante rosa pallido, e c’erano delle cornici dorate, barocche, che non contenevano quadri, ma altri specchi. La chaise longue doppia era bianca, di design, molto comoda. Probabilmente l’imbottitura era di memory foam, perché si modellava seco