CAPITOLO CINQUE
Kyra era invasa dal panico mentre lottava nella tela del ragno, dimenandosi, volendo disperatamente liberarsi mentre l’enorme creatura strisciava verso di lei. Non voleva guardare, ma non riuscì a farne a meno. Si girò e si sentì ancora più terrorizzata vedendo il grosso ragno sibilante che incombeva su di lei avanzando e muovendo una lunga zampa alla volta. La fissava con i suoi grandi occhi rossi, sollevò le sue lunghe zampe pelose e nere e aprì la bocca mostrando delle zanne gialle che gocciolavano saliva. Kyra sapeva che le erano rimasti solo degli attimi in vita e che quello sarebbe stato un modo orribile per morire.
Mentre si dimenava, sentiva tutt’attorno a sé un ticchettio di ossa. Guardò oltre e vide i resti di tutte le vittime che erano morte prima di lei. Capì quindi che le sue possibilità di sopravvivenza erano veramente minime. Era bloccata in quella tela e non c’era niente che potesse fare.
Chiuse gli occhi sapendo che non c’era altra scelta. Non poteva fare affidamento sul mondo esterno. Doveva guardare dentro di sé. Sapeva che la risposta non giaceva nella forza esterna e nelle armi. Se si fosse affidata al mondo esterno, sarebbe morta.
Ma sentiva che internamente il suo potere era grande, infinito. Doveva andare a scomodare la sua forza interiore e raccogliere i poteri che aveva paura di affrontare. Doveva finalmente capire cosa la guidava, capire il risultato di tutto il suo allenamento spirituale.
Energia. Questo era ciò che Alva le aveva insegnato. Quando facciamo affidamento su noi stessi, usiamo solo una frazione della nostra energia, una frazione del nostro potenziale. Vai a bussare all’energia del mondo. L’intero universo sta aspettando di aiutarti.
Le stava scorrendo nelle vene, lo sentiva. Era quella cosa speciale con la quale era nata, che sua madre le aveva passato. Era il potere che scorreva in ogni cosa, come un fiume che strisciava sottoterra. Era lo stesso potere di cui aveva sempre avuto difficolta a fidarsi. Era la parte più profonda di se stessa, quella di cui ancora non si fidava completamente. Era la parte di cui aveva più paura, più che di un nemico. Avrebbe voluto chiamare sua madre, desiderando disperatamente il suo aiuto. Eppure sapeva che non la poteva raggiungere lì, in quella terra di Marda. Era completamente sola. Forse questo, il suo essere totalmente da sola, il fatto di non dipendere da nessun altro, era l’ultimo tassello dell’allenamento.
Kyra chiuse gli occhi, sapendo che doveva agire adesso o mai più. Sentiva di essere diventata più grande di se stessa, più grande di quel mondo che vedeva davanti a sé. Si sforzò di concentrarsi sull’energia interiore e poi su quella attorno a lei.
Lentamente si concentrò. Sentì l’energia della tela, del ragno, li poteva sentire scorrere in lei. Permise loro, lentamente, di divenire parte di lei. Smise di combatterci contro. Si concesse invece di diventare un tutt’uno con essi.
Kyra si sentì rallentare, sentì che il tempo rallentava. Si sintonizzò sul minimo dettaglio, udì ogni cosa, percepì ogni cosa attorno a sé.
Improvvisamente sentì un lampo di energia e capì, per la prima volta, che tutto l’universo era uno. Sentì cadere le pareti che lo separavano da lei, sentì che le barriere tra mondo interno ed esterno si dissolvevano. Sentì che la stessa distinzione tra i due mondi era falsa.
Subito sentì una spinta di energia, come se dentro di lei fosse stata alzata una diga. Le sue mani ardevano come se fossero in fiamme.
Kyra aprì gli occhi e vide il ragno, ora così vicino, che la guardava e si preparava a morderla. Si girò e vide il suo bastone a pochi metri, incastrato nella tela. Si allungò, senza più dubitare di sé. Richiamò il bastone e subito quello volò in aria finendole dritto in mano. Lo strinse.
Kyra usò il suo potere, sapendo di essere più forte di ciò che vedeva davanti a sé e fidandosi di se stessa. Subito sollevò il braccio che teneva il bastone e quello si liberò dalla tela.
Ruotò e non appena il ragno fu sul punto di chiudere le fauci su di lei, allungò il braccio e gli piantò il bastone in bocca.
Il ragno lanciò un tremendo grido e Kyra gli spinse il bastone in profondità nella bocca, girandolo di lato. La bestia cercò di chiudere la mandibola, ma non ci riuscì, dato che il bastone gliela teneva aperta.
Ma poi, con stupore di Kyra, chiuse la bocca e spezzò l’antico bastone a metà. Ruppe ciò che non poteva essere rotto, frantumandolo tra i denti come uno stuzzicadenti. Quella bestia era più potente di quanto avesse immaginato.
Il ragno si preparò ad attaccarla e subito il tempo rallentò. Kyra sentì che ogni cosa veniva messa a fuoco. Sentì dentro di sé che poteva liberarsi, che poteva essere più veloce del ragno e del tempo.
Scattò in avanti liberandosi e rotolò nella tela. Quando le fauci del ragno si abbassarono, lacerarono la tela invece di colpire lei.
Mentre Kyra si concentrava, sentì per la prima volta una debole vibrazione nell’aria, sentì qualcosa che la chiamava. Si voltò e fissò quello che, dalla parte opposta della tela, era l’oggetto per cui aveva compiuto quel viaggio a Marda: il Bastone della Verità. Si trovava lì, conficcato in un blocco di granito, etereo, scintillante sotto il cielo notturno.
Kyra sentì un’intensa connessione con il bastone, sentì un formicolio alle mani mentre allungava la destra. Lanciò il grido di battaglia più forte della sua vita e capì che quel bastone le avrebbe obbedito.
Improvvisamente sentì che la terra tremava sotto di lei. Capì che stava tirando l’arma fuori dal cuore stesso della terra, e per un glorioso momento non ebbe più dubbi su se stessa, sui suoi poteri o sull’universo.
Seguì un forte rumore di roccia che sfrega contro altra roccia, e vide con ammirazione che il bastone si alzava lentamente liberandosi dal granito. Poi volò in aria e la sua impugnatura nera e decorata di gioielli si posò nella sua mano. Lei lo afferrò e si sentì viva. Era come stringere un bastone, come tenere una cosa viva.
Senza esitare Kyra si girò e lo calò proprio mentre il ragno le piombava addosso. Il bastone improvvisamente si trasformò in una lama e tagliò a metà l’enorme tela.
Il ragno, stridendo, cadde a terra, chiaramente sorpreso.
Kyra si girò e tagliò di nuovo la tela, liberandosi completamente e atterrando in piedi. Teneva il bastone con entrambe le mani sollevato sopra la testa, aspettando che il ragno attaccasse. Lo affrontò coraggiosamente, facendosi avanti e colpendolo con il Bastone della Verità, usando tutta la sua forza. Sentì che il bastone tagliava il corpo spesso del ragno. La bestia lanciò uno stridio orrendo mentre veniva tagliato a metà.
Denso sangue nero sgorgò dalla bestia, mentre cadeva ai suoi piedi morta.
Kyra rimase lì con il bastone in mano, le braccia tremanti, sentendo un’ondata di energia mai provata prima. Sentì di essere cambiata in quel momento. Sentì di essere diventata più potente, che non sarebbe mai più stata la stessa. Sentì tutte le porte che aveva aperto e che ora ogni cosa era possibile.
In alto il cielo si rannuvolò e tuonò, illuminato da un lampo. Luce scarlatta si fece strada tra le nuvole, striandole come se stessero eruttando lava. Seguì un tremendo ruggito e Kyra fu felicissima di vedere Theon che sfrecciava tra le nubi. Capì che la barriera era stata abbassata quando aveva stretto il bastone. Per la prima volta capiva che era lei la predestinata a cambiare ogni cosa.
Theon atterrò ai suoi piedi e senza aspettare un solo secondo lei si issò sulla sua schiena ed entrambi si levarono in aria. I tuoni rombavano tutt’attorno a loro mentre volavano in cielo, diretti verso sud, lontano da Marda e verso Escalon. Kyra sapeva di essere scesa ai livelli più profondi e di aver vinto. Aveva superato la prova finale.
E ora, con il Bastone della Verità in mano, aveva una guerra da scatenare.