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Charlie tornò a casa in metro e poi in autobus, come aveva detto. In realtà aveva sempre pensato che a Londra non ci fosse bisogno di avere un’auto e per questo non aveva preso la patente per un pezzo. Per lo stesso motivo quand’era all’università la chiamavano “ragazza londinese”, anche se veniva dalla Cornovaglia.
Arrivò più o meno verso le sei di sera e si scaldò nel microonde una confezione di lasagne surgelate del Tesco.
Aveva davvero un po’ di cose a cui pensare e in qualche modo sapeva di non poterlo fare con Victor accanto. Non perché lui fosse invadente – non lo era – ma perché Charlie si era ormai abituata ad avere uno spazio solo per sé e fuori da quello spazio faticava a schiarirsi le idee.
La relazione che aveva iniziato con Victor una settimana prima... be’, correva ve
