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Racconti erotici brevi

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Blurb

Signore rendimi casto, ma non subito! (Sant'Agostino).

Il primo volume di una lunga serie di racconti erotici, basati su fatti realmente accaduti e minuziosi di dettagli intriganti, per un sesso dolce, ma prezioso.

La dolcezza di due donne, che si mischia all'eccitazione prepotente di un uomo.

Tutto ciò che serve per dedicarsi a sé stessi in poche parole...

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AMICHE DA SEMPRE
Conosco Sara da quando siamo piccole. Ne abbiamo passate di ogni tipo, insieme. Eravamo, siamo da sempre, complementari: io l’esuberante, lei la timida. Questa cosa mi ha sempre fatto impazzire di lei: l’idea di essere l’unica a conoscere quella sua parte più estrema, che tirava fuori sempre e solo con me. Una volta, da ragazzine, pensavamo addirittura di esserci innamorate l’una dell’altra. Forse un po’ lo penso ancora, io... poi le strade si ingarbugliano come fili di un gomitolo e ritrovarsi diventa sempre più difficile. Per questo, questa sera l’ho inviata a cena. Solo noi due, senza compagni né amici. Voglio rivivere quei momenti con lei, spensierata, come fossimo tornate sedicenni. I sedici anni di Sara sono stati un po’ complicati, i miei splendidi. Mi divertivo passando da un ragazzo all’altro, sebbene Sara rimanesse sempre il mio unico grande amore. Lei invece è sempre stata più timida, quindi non osava divertirsi troppo, nemmeno con i ragazzi. Drììììn!!! >, penso tra me e me. Innavertitamente sento un brivido sul ventre, come fossero farfalle nello stomaco. >, penso: di cosa devo aver paura? E’ la solita Sara ed io sono la solita io, sebbene siano davvero anni che non stiamo insieme in una stanza da sole. L’ultima volta che è successo, avevamo ventanni e non è finita come mi aspettavo. Ci siamo baciate, ma è stato più imbarazzante che stimolante. Eppure, da quel bacio, penso spesso a lei in quelle vesti... Sara si presenta alla porta come una gatta che ambisce a diventare una pantera nera. Splendida. Ha un corpetto in raso nero che le tiene su il balconcino che mi fa impazzire. Ha una terza scarsa, ma io adoro le tette piccole. Le trovo estremamente eleganti e sexy. Sotto al corpetto a mezzo busto, una camicia in seta nera, trasparente al punto giusto, che lascia intravedere i suoi tatuaggi ed i suoi copricapezzoli neri di raso. I capelli lunghi color prugna le cadono sulle spalle e si incurvano su boccoli dolcissimi, che la rendono sexy e dolce al tempo stesso. Con due occhi enormi, vivi e brillanti mi porge la bottiglia di prosecco e mi chiede di brindare: ha finalmente mollato quello stronzo del fidanzato ed è pronta a divertirsi, dice. Vuole recuperare tutto ciò che ha perso in questi anni e, visibilmente brilla, mi stampa un bacio sulle labbra. Rimango paralizzata per qualche secondo, ma non aspetto troppo. Infondo lo volevamo entrambe da una vita e so che con lei posso godere e farla godere liberamente, fino in fondo. E’ come se in un attimo tutto ciò in cui avessi creduto e temuto cedesse come sabbia bagnata. Quando si stacca dalle mie labbra e mi guarda con due occhi infuocati, non perdo tempo: senza nemmeno toglierle il prosecco dalle mani, la spingo sulla porta che si chiude dietro di noi e le cingo i fianchi. Profuma di pulito, di zucchero, di biscotto e di sesso. Non m’importa di ciò che ha fatto prima di quel momento, mi interessa solo averla. E così la bacio. Le bacio il collo, il seno ancora chiuso in quella camicietta che vorrei strapparle, le slaccio la cinturina nera di pelle e le bacio la pancia... mi fa impazzire e non riesco a smettere. Più la bacio, più geme, più mi eccito e la tocco. I suoi pantaloni di jean che sembravano strizzarle le cosce si sfilano sorprendentemente in un attimo ed io in un attimo la sbatto sul divano. Senza parlare ci capiamo e le apro le gambe. Ho voglia di sentire il suo odore, ho voglia di sentire il suo sapore. Ed ho voglia, un’estrema voglia di fotterla come si vede solo in certi porno. Quando arrivo al clitoride cerco di trattenere la foga e rallento, perché so che le piace quando la baciano piano. So tutto di lei, grazie ai racconti che ci scambiamo quasi quotidianamente. Un bel vantaggio, penso. Prima di avvicinare le labbra al suo sesso, soffio delicatamente sulle sue labbra e sul clitoride che sembra voler esplodere... sento la sua voglia, la vedo contorcersi sotto il mio viso e per un attimo sorrido: ho sempre saputo che mi desiderava tanto quanto la desideravo io. La tortura finisce in fretta e finalmente affondo la mia lingua nel suo sesso che è caldo ed umido da quando è entrata in casa. Lecco ogni centimetro e sto attenta a non perdere nemmeno una goccia. La voglio tutta. Il primo orgasmo lo raggiunge dopo quasi 5 minuti, mi compiaccio. Ma non mi basta. Ora tocca anche a me godere e voglio farlo con lei. Forse per gioco, forse per sfida, sotto all’abito stasera non avevo indossato gli slip e quando lei tocca le mie cosce ne rimane felicemente sorpresa. Sono bagnata più di lei e questo la eccita da morire. Continuando a guardarla mi siedo sopra di lei ancora sdraiata sul divano ed alzo leggermente una coscia che le tengo ferma e stringo con la mano sinistra. I sessi si toccano ed insieme emettiamo un gemito intenso, come mai prima d’ora. I movimenti sono lenti perché entrambe vogliamo goderci il momento, forse in dubbio che risuccederà mai. Ma in quel momento non conta nient’altro che il nostro amore. Il caldo della sua fighetta bagnata ed i suoi occhi da porca spazzano subito via il romanticismo, che velocemente si traforma in voglia. Non riesco più a controllarmi. Butto indietro la testa ed accelero perché ora voglio solo fottere e godere. Quasi non penso più nemmeno a lei perché continuo a muovermi mentre lei quasi grida di piacere, si muove anche lei e mi stringe il culo, me lo schiaffeggia e mi schiaffeggia anche le tette. Mi guarda come se fossi una dea e mi chiede di farla venire ancora. Non posso esimermi... sorrido, le stringo il collo e la bacio. Sei mia, penso. E’ così che veniamo di nuovo, insieme, gemendo l’una nella bocca dell’altra. Mi sdraio su di lei e le mie tette enormi si appoggiano sul suo petto. Mi accascio ma rimaniamo comunque ancorate, le nostre cosce sono avvinghiate e per un attimo penso di aver raggiunto il paradiso. Per un attimo, penso, ho trovato l’amore.

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