LA MORTE
Era una notte di autunno del 1996, in Transilvania. Il buio della foresta non faceva altro che appesantire di più il suo ricordo. Non era riuscito a renderla felice, ma a dire la verità non ne aveva la minima intenzione. Lei, ha osato tradirlo, mandare all'aria tutto quel tempo passato insieme. E poi, per cosa? Per un pazzo convinto che tutto ciò che ci circonda appartiene a chissà quali creature che si nutrono del sangue dei criminali. Ma, la cosa più importante, lo ha tradito con il suo migliore amico. L'unica famiglia che lui nn ha mai avuto. La persona di cui lui si fidava ciecamente.
Adesso, il freddo e la stanchezza non le danno tregua. Cammina disperso per cercare un posto dove sostare, almeno per riposare le gambe. È stanco, ha freddo, e le forze lo stanno lasciando per la fame.
Non lontano intravede una luce. Affretta il passo e vedendo una casa, prega che ci sia qualcuno con un buon animo per poterlo aiutare. Ha la fortuna di intravedere nel cortile la sagoma di un uomo.
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L'uomo curioso si avvicina al giovane ragazzo.
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L'uomo lo accompagna nella stanza, sembrava una piccola fossa in una roccia, ma era accogliente. C'era un letto e dei piccoli sgabelli di legno fatti accuratamente a mano.
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La prima notte passo difficilmente. Il dolore delle gambe parve non alleviarsi, e in più quel pianto di quella piccola bambina non le dava pace. Infine, dopo sforzi infiniti si addormentò.
> un suono femminile si sentiva in lontananza nella sua mente, accompagnato da una risata sarcastica, quasi insopportabile. Però aveva un non so che di dolce, tenero.
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La risata si sentì ancora più vicina, tormentandolo sempre di più. Era sudato, le vene si gonfiarono e sentì il sangue gelare all'istante. Una bellissima donna le si avvicinò. Aveva i capelli Lunghissimi, mora, e due occhi come l'acqua dell'oceano. Alta con delle forme che sazierebbero qualsiasi peccatore.
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Tremando, provò a schiarirsi la voce urlando a pieni polmoni:
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Scattò dal letto e per un'istante non reagi, sembrava che i polmoni volessero scoppiare e che il cuore prese a saltare in ogni angolo del suo corpo. Rendendosi conto che era solo un sogno, fece dei lunghi respiri per riprendersi. Volendo raffreddare la gola in fiamme, decise di cercare un po' d'acqua. Uscendo dalla stanza imbocca un corridoio buio, risentendo il pianto di quella piccola bambina. Ad un tratto una porta sulla destra si spalancò, e vide lei. La piccola Zaraza sostare lì. Era una ragazzina mora, con dei capelli neri lunghissimi, e gli occhi sembravano identici alla dona che aveva appena sognato.
> chiese la bambina intimorita.
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> dice voltandosi e entrando in camera.
Arrivato in cucina prese un bicchiere e lo riempì al rubinetto. Lo svuotò velocemente, l'acqua fredda fece svanire il calore. Ne beve un'altro e decise di tornare a letto. Domani mattina avrà faccende da sbrigare.
...
Passò una settimana, un mese, due e il tempo parve avergli regalato una nuova famiglia, l'uomo che lo accudì lo prese a cuore, permettendogli di restare con lui e la sua famiglia. Però con il tempo che passava i sogni, lo tormentavano sempre di più. Non capiva chi fosse quella donna e perché non gli desse tregua. Finché una notte.... Sentì la porta della sua stanza aprirsi, e la piccola Zaraza lì, immobile a guardarlo.
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> non li sono mai piaciuti i bambini, ma Zaraza aveva un modo tutto suo, ed era quasi impossibile non affezionarsi a quei due bellissimi occhi innocenti.
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La piccola Zaraza si sdraiò accanto a lui, lasciandosi cullare dalle grandi e forti braccia di quel uomo al quale si era tanto affezionata, lo considerava come suo zio. Non appena la storiella fini, la piccola cadde in un sonno profondo. E così anche Marcus. Ma come ogni notte i suoi incubi lo tormentavano, questa volta però c'era qualcosa di diverso... La piccola Zaraza gioca nel cortile, con quel vestitino rosa addosso, e quelle treccine che Daiana, la madre, le faceva, data la lunghezza dei suoi capelli. Ma, ad ogni passo, avvicinandosi sempre di più a Marcus, Zaraza sembrava crescere sempre di più. Finché, arrivatagli accanto, divenne una donna. Quella donna! Con quel sorriso malizioso che lo tormentava ogni notte.
> rise lei.
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Il suono dolce di quella bambina gli rimbomba nella testa. E la rivede più grande, sdraiata a gambe divaricate sopra lui. Ripeteva sempre le stesse cose.
Non vuole, non può farlo, non dopo quanto ha sofferto. Non potrebbe sopportare neanche il pensiero di abbracciare un'altra donna. Le donne ormai gli fanno venire il voltastomaco. E purtroppo, per un momento, un'idea agghiacciante le oltrepassa la mente offuscata dalla rabbia. Ucciderla!
...
La voce riappare, non le dà pace. Sta tremando e sente il sangue offuscare le idee. "sto solo sognando'' si disse.
> Quella dannata voce. Ride gli sta addosso come prima. Le sue mani toccano il suo petto, sta sudando, il suo respiro sembra diventato bollente. Gli ormoni assalgono il suo corpo, la vuole. E perdendo il controllo la tira a sé. Le annusa i capelli e quel profumo lo ammattisce. Ha voglia di lei, del suo corpo perfetto, di quelle labbra carnose. Ogni singola parte del suo corpo lo chiama a sé.
Si sveglia con la tentazione di urlare ma ha la voce bloccata in gola.
Non sta più in sé. Corre in cucina, afferra un coltello e torna accanto alla porta della sua stanza. La apre avvicinandosi al letto in cui Zaraza dormiva. I suoi occhi diventano rossi. Alzò le braccia stringendo sempre di più l'arma fra le mani. E con tanta crudeltà e odio la lama ferì l'indifesa Zaraza.
Lasciando cadere a terra il coltello scappa nel cortile. Scavalca il cancello e si tira i capelli bestemmiando se stesso per ciò che aveva appena fatto. Ha appena commesso un crimine, per un incubo. Non vuole più vivere, non se lo merita e ne è consapevole. Le lacrime le scivolano sul viso senza fermarsi, sembrando seguire il ritmo della sua fuga.
> Gli ordina una voce possente.
Il cuore le si blocca e le gambe non vogliono più muoversi. Vuole scappare ma il corpo non gli dà ascolto. >
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L'uomo si avvicina.
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Eccolo lì sempre più vicino. Ha delle spalle che metterebbero paura persino ad un giocatore di rugby. I capelli neri gli cadono sul viso e la bocca gli è insanguinata. Lo afferra per il collo, lo attacca all'albero, sbattendolo con una tale forza che Marcus si sente I polmoni frantumati. Stringendolo sempre più forte, spalanca la bocca. Marcus resta terrorizzato alla vista dei suoi denti, specialmente dei canini. Sembrano quelli di un lupo, o ancora peggio, di quei mostri che la sua ex tanto parlava.
Un vampiro......
Cadde a terra, diventando sempre più freddo. Sente la terra tremare sotto di lui. Le foglio degli alberi cadono lentamente, coprendo il suo viso. Le labbra diventano viola e il cuore cessa di battere....
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