Capitolo XVI Una luce misteriosaLa tigre abbattuta dalla freccia mortale scagliatale dal veneziano, era una delle più grosse, poichè misurava oltre due metri dall'estremità della coda al naso ed era alta un buon metro, quantunque quelle delle isole indo-malesi siano di solito più basse di quelle del Bengala che chiamansi reali. Il terribile veleno l'aveva ridotta in uno stato miserando. La bocca, contorta dagli ultimi spasimi, non aveva più forma; gli occhi le uscivano dall'orbita fra un cerchio di sangue, ed il pelo, poco prima liscio, era diventato arruffato. Una spuma sanguigna mista ad una serosità giallastra, le colava dalle labbra. — È proprio morta? — chiese il mozzo, che le girava attorno, ma tenendosi prudentemente ad una certa distanza. — Il veleno dell'upas è infallibile, —