V Già da sei mesi a Tokio, Roberto si era rapidamente assuefatto alla sua nuova esistenza. Abitava sul grande parco di Mégi-Gínko una villetta mobiliata all’europea con semplicità e buon gusto. Trascorreva le giornate fra i doveri dell’Ufficio, le obbligazioni mondane della sua vita di addetto di Ambasciata e lo studio della lingua giapponese al quale si era accinto avendo constatato la straordinaria facilità con cui riteneva le parole e le frasi giapponesi che suonavano intorno ai suoi orecchi. In soli tre mesi, attraverso il semplice contatto della servitú giapponese e della strada, aveva ottenuto risultati sorprendenti. Aveva preso allora un professore. Gli dava lezione un vecchio letterato giapponese che aveva vissuto parecchi anni a Parigi e che ritornato in Giappone si era speciali