11. Reichs aveva chiamato il dottor Jardine, il medico che aveva avuto in cura Nikolay fino a qualche mese prima. Lo psichiatra arrivò subito dopo pranzo, quando Nikolay aveva già dormito circa tre ore. In quanto a me, indossavo ancora la salopette di jeans, ma mi ero tolta quei dannati stivali di gomma. Spiegai al dottore quello che credevo fosse successo. «Mi è stato detto che ha tentato il suicidio. L’hanno portato all’ospedale, dove è rimasto qualche giorno. Quando è tornato a casa era così: semi-addormentato, incapace persino di muoversi senza aiuto». Nikolay era ancora molto assonnato, rallentato e poco lucido, anche se forse stava leggermente meglio di prima. Jardine si sedette accanto a lui e gli chiese se ricordasse che cosa era successo. Nikolay sbatté lentamente le palpeb