“Mi trovi irritante, allora.” Dice di no con la testa. “E allora cos’è? Perché non mi parli?” “È meglio così” mormora. Gli metto una mano sulla gamba e lui mi afferra il polso. Sento lo stomaco perforato da frammenti di vetro. Cerco di nasconderlo, ma Tank si volta a guardarmi e la sua presa si allenta non appena scorge la mia delusione. “Tesoro, non sei tu” dice. “Ma è meglio che non ci immischiamo l’uno con l’altra.” “Tank, stiamo andando a Flagstaff da mia madre con un malvivente nel cassone del pick-up. Hai passato la notte da me. Mi hai vista tramutarmi per la prima volta, hai affrontato il mio ex e mi hai mostrato una casa rifugio per lupi mannari.” Mi appoggio allo schienale del sedile e sbuffo. “È troppo tardi per non immischiarsi.” Libero la mano e disegno nell’aria le virgo