10. Comprai la biografia di Dale la mattina in cui uscì e iniziai subito a divorarla. La lessi invece di lavorare, in pratica, ma da un certo punto di vista era lavoro anche quello. Più o meno a metà mattinata il mio caporedattore mi chiese se ero ancora in buoni rapporti con Carter e la cosa si trasformò ufficialmente in un lavoro. Ma non lo era. Per me non lo era di sicuro. Lessi della sua infanzia, il modo preciso in cui spiegava come si fosse salvato dall’essere un deficiente, e ripensai a quanto fosse nebuloso, quando parlava della sua famiglia e del posto in cui era cresciuto. Pensai a lui e ai suoi fratelli, costretti ad andare a scuola puzzolenti, e mi si strinse il cuore. Che altro sarebbe potuto diventare, se non un delinquente? Ora capivo il fatalismo con cui parlava delle s
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