L’INIZIO DI TUTTOQuando il Questore di Torino mi ha comunicato il trasferimento a Palermo, non sapevo ancora se rallegrarmene o scappare a gambe levate. Il Capo della famigerata squadra Antimafia aveva chiesto proprio di me, un poliziotto qualunque nemmeno tanto dedito all’azione. Io ho sempre prestato servizio nella Polizia Stradale! Per carità, al contrario di quanto in molti pensano, anche la Stradale combatte il crimine, negli autogrill e sulle autostrade si trova di tutto e di più e si affrontano gravi pericoli: spacciatori, magnaccia, ladri, talvolta assassini. Non ho mai sparato un colpo di arma da fuoco in vita mia se non in aria, come avvertimento, contro qualche vandalo che tentava di scappare. Ho sempre avuto una buona mira, ma solo al poligono. Qualche arresto l’ho pure compiuto, ma niente di più di taluni borseggiatori che si arrendevano alla sola vista della divisa. Insomma, non mi capacito di questa scelta calata dall’alto.
«Hai una buona preparazione tecnica», sono state le testuali parole del Questore, «e, soprattutto, sei sveglio. Inoltre, cosa di non poco conto, hai un’ottima base culturale che andrà sfruttata al meglio.»
Già, la mia ottima base culturale è una laurea con lode in scienze dell’investigazione conseguita presso l’Università di Torino e una borsa di studio vinta per ottenere la specializzazione in psicologia criminale, corso seguito negli USA, precisamente a Quantico, presso la famosa e apprezzata scuola dell’FBI. In pratica sono quello che negli Stati Uniti viene definito un Profiler. La profilazione criminale è un insieme di tecniche psicologiche volte a definire la personalità dell’autore del reato sulla base del modus operandi. Il Profiler o Criminologo, com’è chiamato da queste parti, è una figura professionale poco nota in Italia e spesso le forze dell’Ordine ne sono sprovviste. Solitamente gli inquirenti si avvalgono di consulenti esterni, i cosiddetti psicologi criminali, sempre che possa esistere una qualifica simile. Comunque sia, includere nell’organico della Polizia una figura accreditata come la mia, è come possedere la manna caduta dal cielo. Questa possibilità renderebbe la nostra Polizia un po’ più efficiente e, soprattutto, autonoma e senza necessità di troppe consulenze esterne. Però, di Profiler in Italia, almeno per ora, ci sono solo io. Quindi la squadra Antimafia di Palermo mi vuole in qualità di… secchione, immagino. È pur sempre un bel salto in avanti per la mia carriera iniziata dodici anni or sono con l’arruolamento dopo il diploma di ragioneria. Eh sì, a suo tempo mi sono diplomato ragioniere. Scelta imposta da mio padre commercialista che per me desiderava una carriera professionale nel suo studio. Io ero di tutt’altra opinione. Chi l’avrebbe mai detto che il ragionier Matteo Alfonsi, entrato in Polizia a diciannove anni coronando così il suo sogno di bambino, dopo anni passati fra servizio diurno a pattugliare le autostrade del nord ovest d’Italia e lo studio serale all’Università, più due anni negli USA per la specializzazione a Criminologo, oggi promosso alla ragguardevole qualifica di commissario ordinario, potesse mai far parte della famigerata squadra Antimafia di Palermo? Eppure è successo, ormai manca poco e il treno entrerà in Stazione, anche se con una buona mezzora di ritardo. Sono orgoglioso e onorato di questa meravigliosa opportunità, ma pur sempre timoroso di questo incarico così particolare: l’Antimafia è una squadra attiva, anzi, molto attiva. I suoi membri sono tutti uomini di azione con preparazione eccezionale e addestramento di alto livello. Come mi potrò mai adattare a loro? Io non sono mai stato un uomo d’azione, tutt’altro. Che si aspettano da me? Immagino che non mi sarà chiesto di essere un operativo, bensì una sorta di consulente.
Dopotutto il Profiler questo è.
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