Feci strike ed è piuttosto incredibile ricordare d’aver esultato e di aver guardato i miei compagni di sventura con un moto di vittoria e di autocompiacimento. Mi stavo abbrutendo anch’io, quasi con orgoglio. I tre turni di battuta s’esaurirono.
E fu in quel preciso momento che compresi che non avremmo avuto scampo e che le fauci dell’inferno più empio, finora a malapena celato, c’avrebbero inghiottito.
Accadde che Leo fu quello che abbatté il minor numero di mezze gambe. Dieci. Contro le sedici di Zorro, le venti di Flauto, le ventuno di Mick e il mio strike. Dietro di noi, si levò una voce.
“Dieci birilli abbattuti sono pochini. Mi dispiace, ma sei stato eliminato.”
Mi voltai cercando con gli occhi la persona che aveva parlato e, prima ancora d’indovinare, due uomini si staccarono da
