CAPITOLO VI Clerval mi mise questa lettera tra le mani. Era della mia cara Elizabeth: Carissimo cugino, sei stato malato, molto malato, e neppure le frequenti lettere del nostro caro Henry sono sufficienti a rassicurarmi sul tuo stato. Ti è proibito scrivere, prendere in mano la penna; eppure, caro Victor, una tua parola è necessaria per tranquillizzarci. Per tanto tempo, a ogni arrivo della posta, ho sperato che mi giungesse una riga da parte tua; e i miei argomenti persuasivi hanno trattenuto lo zio dall’intraprendere un viaggio per Ingolstadt. Sono riuscita a evitargli le fatiche e, forse, i pericoli di un così lungo viaggio. Ma quanto ho rimpianto di non poterlo compiere io stessa! Mi figuro che il compito di assisterti sia stato affidato a qualche anziana governante a p*******o, ch