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Si fermarono per una decina di minuti ai piedi di un imponente abete piumato. Cara appoggiò la schiena al suo fusto liscio, dalla corteccia scura a trama piatta e regolare, poi alzò lo sguardo e cercò di intravedere il cielo, quasi del tutto nascosto dalle fronde. La sua tela del nero più profondo era punteggiata da un'immensità di stelle, e se gli alberi non si fossero richiusi – protettivi ma opprimenti – sulla foresta, di sicuro il sentiero sarebbe stato illuminato a giorno.
I ragazzi, intanto, avevano tirato fuori le provviste e si stavano scambiando le razioni. Nessuno volle condividere il proprio cibo con il Gelido. Un atteggiamento infantile, che Cara non si sarebbe aspettata da parte di alcuni, soprattutto Eva, ma quando le scoccò un'occhiata in cerca di supporto, lei distolse
