VI. IL SIGNORE DI LOVATAd aspettarci nello studio di Prestongrange c’era un uomo verso il quale sentii subito un’avversione simile a quella che si può provare per un rospo o per una vipera. Era molto brutto, ma aveva l’aspetto di un gentiluomo e modi corretti, pur essendo capace di improvvisi sbalzi e violenze; la sua voce era debole, ma egli sapeva renderla acuta e minacciosa quando voleva. Il procuratore ci presentò con modi familiari e amichevoli. «Ecco, Fraser», disse, «ecco qui il signor Balfour di cui abbiamo già parlato. Signor David, questo è il signor Simone Fraser, che una volta eravamo usi chiamare con altro titolo; ma questa è una storia lunga. Il signor Fraser ha qualcosa da dirle». Detto ciò egli si ritirò in un angolo dello studio vicino a uno scaffale di libri, fingendo