III. VADO A PILRIGLa mattina seguente, come mi destai nella mia nuova dimora, indossai gli abiti nuovi e, appena terminata la colazione, mi gettai incontro alle mie nuove avventure. Alan, speravo, era sistemato; la faccenda di Giacomo si presentava più difficile e non potevo fare a meno di pensare che quell’impresa avrebbe potuto costarmi cara, come del resto mi avevano detto tutti coloro ai quali avevo palesato la mia idea. Sembrava che io avessi scalato una montagna solamente per poi precipitare; che io mi fossi insomma arrampicato fin lassù, superando tante e così difficili prove, fino a portare abiti cittadini e una spada al fianco, tutto questo per poi commettere alla fine un vero e proprio suicidio, anzi la peggior specie di suicidio, che è quella di venire impiccato a spese del re.