Capitolo due Layne Canto sotto la doccia. Quando lavoro parlo da sola. A volte mi dimentico di fare il bagno. Per questo mi si può definire strana. Il tizio seduto accanto a me, quello che con la mia macchina ha sfondato un cancello e ha superato una grandinata di proiettili, quello è proprio pazzo, cazzo! Cazzo con la C maiuscola! “Tutto bene?” mi chiede di nuovo. “Ci hanno sparato.” Ancora non ci posso credere. Pensavo che la guardia mi avrebbe aiutato. Non ci ha pensato due volte a puntarmi la pistola in faccia. Immagino abbia pensato che fossi complice del Pazzoide. Il mio rapitore ha un aspetto mesto. “Sì.” Mi stringo le braccia attorno al corpo. “Ma perché? Io ci lavoro, qui.” Il giovane serra la mandibola e accelera lungo la strada. Fa un paio di curve a rotta di collo e imp