CAPITOLO 3
Lampeggiò un altro fulmine, dopodiché il tuono risuonò attraverso il cielo, scuotendo le pareti della baita. La corrente era saltata oltre un’ora prima ed Abby aveva acceso un paio di candele per illuminare l’interno, anche se, a giudicare dalla quantità di lampi, probabilmente non ne aveva motivo.
Bo si era rifugiato sotto il letto della sua stanza. Ogni tanto, lei lo sentiva uggiolare e gli gridava parole di rassicurazione. Gloria era al sicuro nel fienile. Abby sperava che non ci sarebbero stati troppi danni, ma a giudicare dai rumori, non era ottimista.
Aveva fatto il possibile per prepararsi. La pioggia cadeva a catinelle, limitando la visuale a un metro scarso. Sarebbe stata una notte lunga. Abby era seduta al tavolino che fissava fuori dalla finestra della cucina quando lampeggiò un altro fulmine. Era bizzarro, ma avrebbe potuto giurare che nel tuono che seguì ci fosse stato anche dell'altro. L’ultimo lampo le aveva permesso di intravedere qualcosa nel cielo.
Bo uggiolò di nuovo, questa volta facendo capolino da sotto il letto per appoggiare la testa sul ginocchio di Abby. Aveva ancora la pallina da tennis in bocca. Abby si chinò e lo accarezzò distrattamente sulla testa, grattandolo dietro le orecchie.
Sospirando, si chinò e baciò Bo sulla sommità del capo. “Forza. Andiamo a letto. Guardare il temporale non lo farà passare più in fretta e ho la sensazione che domani avremo parecchio da sistemare. Magari ti troveremo un paio di bastoncini da portare a casa.”
Abby si alzò e spense con un soffio la candela sul tavolo, dopodiché prese quella in salotto per portarla in camera da letto. Si spazzolò i capelli e indossò un paio di pantaloni del pigiama e una canottiera abbinata con dei disegni raffiguranti dei cani. Si mise nel lettone e si fece da parte, toccando le coperte per invitare Bo a saltare su.
“Questa notte potrai tenermi al caldo, ragazzone,” bisbigliò Abby mentre passava un braccio attorno al morbido peloso raggomitolato accanto lei.