4. Passai la notte girandomi e rigirandomi, in preda al senso di colpa e all’indecisione. Finché Alec non mi chiese se stavo ancora male con lo stomaco e io continuai a tormentarmi, sempre sveglia, ma immobile. Il giorno dopo era l’ultimo giorno di lavoro prima del Natale e sapevo di dover risolvere in qualche modo la cosa. Non potevo continuare così. Mi sentivo dilaniata, divisa tra quello che mi suggeriva il mio corpo e quello che mi dicevano cuore e cervello. Le mie occhiaie, comunque, quella mattina passarono inosservate. Metà dei dipendenti aveva preso un giorno di ferie causa postumi della festa, l’altra metà era in stato comatoso. Chiamai la segretaria di Logan e le chiesi se il capo c’era e se aveva uno spazietto in agenda per vedermi. La sua segretaria disse che poteva darmi u