Capitolo III Il salvatore All’oriente cominciava ad albeggiare, quando il capitano Macpherson e Bhârata discesero nel cortile del bengalow. Erano armati tutti e due con carabine di lunga portata e di grosso calibro, di pistole e di coltellacci colla lama larghissima ed a doppio taglio. Un sipai li seguiva, portando altre due carabine di ricambio ed alcune picche. In pochi minuti raggiunsero il recinto sulla cui soglia barriva fragorosamente Bhagavadi, circondato da una mezza dozzina di mahuts, o conduttori d’elefanti. Bhagavadi era uno dei più grandi e più belli coomareah che fosse dato d’incontrare sulle rive del Gange. Era meno alto d’un elefante merghee [162] ma più vigoroso, dotato d’una potenza straordinaria, con un corpo massiccio, gambe corte e tozze, una tromba assai svilupp
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