M&Z Cap. 1
Macarena's pov:
Oggi è il 15 febbraio del 2020, sono a casa mia e ascolto un po' di musica.
Dopo essere uscita da Cruz del Norte, due mesi fa, ho iniziato a lavorare in una lavanderia... Quel posto mi ricorda una dei giorni più brutti della mia vita; una donna era riuscita a rinchiudermi in una lavatrice e se non fosse stato per la mia compagna Zulema, mi dispiace ammetterlo, ma sarei morta.
Durante il programma di reinserimento mi hanno offerto vari lavori ma alla fine la mia scelta è ricaduta sul lavoro che svolgo da due mesi a questa parte.
Lavorare in lavanderia, immersa nel rumore di tutte quelle lavatrici, è un po' come tornare a quella giornata: il rumore di una lavatrice ora è capace di calmarmi.
Corro in lavanderia quando sono arrabbiata, triste, annoiata e li tutto si calma; i miei pensieri ossessivi per un po' si allontanano dalla mia mente.
Fatto sta che oggi Zulema Zahir esce da Cruz del Norte, l'ho letto in prima pagina sul giornale delle novità di Madrid e non so cosa fare: una parte di me mi dice di andare a prenderla, correre perché dopo tutto quello che ha perso è sola, l'altra parte invece mi dice di restare a casa, rilassarmi e non pensare a quella donna che mi ha quasi distrutto del tutto la vita.
Alla fine cedo e dopo un'ora passata a scrivere su un foglio i pro e i contro delle due opzioni esco dalla camera dell'hotel, prendo la macchina e mi dirigo sulla strada che porta al luogo che è stato, purtroppo, la mia casa per molto anni: il carcere di Cruz del Norte.
Arrivò davanti a quel buco che sono quasi le due di pomeriggio.
Zulema's pov:
Credo che io non abbia bisogno di presentazioni, tutti mi conoscono, sono el elfo del puro infierno.
Sono appena uscita da Cruz del Norte dopo un anno passato a dare una mano alla polizia, non fare, o almeno cercare di non fare, casini in carcere, non uccidere o minacciare nessuno e altre cose che si dice facciano le persone buone...
Durante quest'ultimo anno, soprattutto dopo la morte di mia figlia, della rivolta e l'uccisione di Sandoval e Hierro, devo ammettere di essere cambiata, e non so se questa sia una cosa positiva o non.
So solo una cosa; il fatto che sia uscita dal carcere non vuol dire che io non sia più cattiva.
Sono sempre Zulema Zahir, solo non indosso più una fottuta divisa gialla.
A dire la verità per quanto riguarda i vestiti non so nemmeno quello che sto indossando: ho preso i vestiti che ho lasciato nel mio cassetto all'ingresso del carcere dopo tutti gli anni passati dentro e ad essere sincera non sapevo se mi sarebbero andati ancora bene. L'unica cosa positiva è il fatto che non sono ingrassata.
Ho un completo intimo niente di speciale, una maglietta, una felpa, un paio di jeans e degli anfibi: tutto il necessario direi.
Esco che sono quasi le due del pomeriggio; c'è un sole accecante ma allo stesso tempo un forte vento.
Non so cosa voglia fare ora: andare a mangiare un buon piatto dopo anni al ristorante? Andare a visitare la tomba di mia figlia? Trovarmi un lavoro? Non lo so ma non faccio in tempo ad appoggiarmi alla fermata dell'autobus dopo aver chiesto una sigaretta a una guardia che da lontano vedo arrivare Macarena Ferreiro.