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ROSA
L’immagine mentale che stava dipingendo era oscura, oscena e molto, molto allettante.
«C’è qualcosa di sbagliato in me,» dissi, agitando i fianchi.
Lui interruppe le proprie attenzioni, ma non mosse il dito. «Non stai bene?» Aveva la fronte leggermente aggrottata.
«Non dovrei essere così.»
Quella maledetta fossetta riapparve assieme al suo sorriso smagliante. Dopodichè chinò la testa e si rimise al lavoro, come se giocare con la mia figa e col mio... culo fosse la sua ragione d’esistere. «Dunque non dovrei fermarmi?»
Io scossi di nuovo la testa.
«Bene. Per quanto riguarda il piacerti? Oh, sì, dovrebbe. Adoro il fatto che tu sia così selvaggia, che ti piaccia quando gioco. Tira indietro la testa, micina. Chiudi gli occhi. Lascia che mi prenda cura di te. Adoro prendermi cura
