Malgrado il suo fervore religioso, malgrado l'abitudine costante di elevare a Dio le sue preghiere, la vita monacale le era insopportabile. Sui tredici o quattordici anni, come tutte le fanciulle educate in convento, ella aveva creduto di avere una seria «vocazione» a prendere il velo. Un saggio e prudente confessore aveva posto l'equilibrio nella sua turbata e giovanile coscienza, ed ella aveva ben presto compreso il suo errore, a tal punto che, neanche nell'ora presente, quando il convento avrebbe dovuto sembrarle un asilo di pace e di serenità, ella poteva pensare a chiudersi per sempre in un chiostro. Era troppo piena di vita e di gioventù, troppo coraggiosa, per sfuggire alla lotta, che la terribile zia le aveva scatenato addosso. Non pianse, non si abbandonò alla disperazione, mentr