Il portico delle anime
Via La Marmora, nel quartiere di Castello, sembra riscuotere un certo interesse da parte di quelle entità del sovrannaturale che si affollano nella città vecchia. Allo scoccare della mezzanotte le strade offrono ospitalità a strani personaggi non visibili a tutti, a rumori e voci. Questa strada, cuore pulsante del quartiere alla luce del giorno, sembra conservare un ruolo importante anche negli eventi del mondo invisibile. Scendendo da piazza Indipendenza, dopo aver lasciato alle proprie spalle il Museo, si incontra il Portico delle Anime Questa strada di comunicazione tra via La Marmora e via dei Genovesi ha un fascino misterioso anche durante il giorno. Incassata fra i palazzi, la viuzza ha infatti suscitato sempre un timore reverenziale in chi l’attraversava. Alcuni abitanti della zona affermano di sentire distintamente i lamenti dei peccatori e delle anime che attraversano il portico e si fermano dinnanzi all’effige della Vergine. È questa una tradizione che si tramanda oramai da generazioni e che vede il luogo come epicentro di diverse manifestazioni notturne. Come quella che si presentò ad un giovane scapestrato - appellativo assai in voga negli anni passati - noto per il suo “distacco” verso ogni tipo di lavoro. Un moderno perdigiorno, insomma. Abituato a trascorrere gran parte della propria giornata bighellonando tra un bar e l’altro dei quartieri di Castello e della Marina, il giovane quasi sempre rientrava a casa a tarda ora. L’episodio che gli fece cambiare stile di vita forse fu frutto del troppo vino bevuto in compagnia di amici, ma è certo che durante il ritorno a casa egli vide qualcosa che lo turbò. Nell’attraversare il Portico delle Anime udì una voce che lo chiamava per nome, una voce profonda. Si girò intorno ma non vide nessuno. Il suo nome fu pronunciato nuovamente e questa volta con un tono quasi seccato. Alzato lo sguardo verso la piccola edicola che ospita il simulacro della Vergine si accorse che al posto della statuetta c’era una faccia sorridente, di un sorriso strano e malinconico, che gli parlò a lungo. Che cosa quel volto gli disse rimane un mistero, ma da quella sera il giovane rientrò a casa presto e s’impegnò a trovare al più presto lavoro.