Mentre mi baciava, la sua mano libera mi scivolò lungo il braccio e ancora più in basso fino a prendermi un seno, stringendolo mentre le sue dita mi pizzicavano il capezzolo duro. Ansimai contro la sua bocca. «Ti piace?» mi chiese, la sua bocca a un soffio dalla mia. Chiusi gli occhi dal momento che lui non desistette. «Sì,» esalai. Lui strattonò un po’ più forte e io sentii una forte fitta di dolore. Spalancai gli occhi e inarcai la schiena. «Jackson!» urlai, non per via del dolore, ma perchè si tramutò in qualcosa di incredibilmente piacevole. «Così ti piace di più?» «Non dovrebbe,» risposi io, confusa sul motivo per cui la mia intimità si stesse ammorbidendo e stesse gocciolando di eccitazione per quella combinazione di piacere e dolore. «Sì, dovrebbe. Significa solamente che non