CAPITOLO VENTUNO Il treno di Cristiano si fermò alla stazione di Firenze. Era stato un viaggio lunghissimo e la sua infelicità non si era mai attenuata. Ogni volta che vedeva il nome di Keira lampeggiare sul suo cellulare, il dolore si accendeva di nuovo. Scese dal treno, con membra rigide e muscoli doloranti. Era più caldo lì che a Parigi e non pioveva per la prima volta dopo giorni. Finì l’ultimo tratto del suo viaggio a piedi, salendo per le colline fino alla villa dei suoi genitori. Aprì la porta ed entrò. “È proprio lui?” udì sua madre dire in lontananza. Era strano sentire nuovamente la sua lingua. Confortante. Persino rassicurante. Un volto apparve dall’altra parte del muro che separava il corridoio dal soggiorno. Era Pippa, la sorella minore che adorava tanto. “È lui,” gridò
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